Berlusconi, Scalia (Pd): “Votare la decadenza è atto dovuto”

25 Agosto 2013 0 Di redazione

“Voterò la decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi. Si tratta di un atto dovuto: il Senato, infatti, non può che prendere atto della condanna definitiva di Berlusconi alla reclusione per più di due anni ed applicare l’art. 3 del D.Lgs. n. 235 del 2012 deliberandone la decadenza. Se uno studente di giurisprudenza sostenesse all’esame di diritto costituzionale quanto affermato in questi giorni da parlamentari del PDL (e purtroppo anche da qualche costituzionalista), verrebbe irrimediabilmente bocciato. La giunta per le elezioni del Senato, non essendo un giudice, non può sollevare la questione di costituzionalità del decreto legislativo c.d. “Severino”. D’altronde, l’incandidabilità disposta dal decreto stesso e, quando sopravvenuta all’elezione –come nel caso-, la decadenza dalla carica, non sono sanzioni penali né amministrative, ma sono semplici conseguenze del verificarsi di un fatto da cui la legge fa dipendere la preclusione ad assumere o mantenere cariche elettive: la condanna definitiva per alcuni reati. Non si pone, quindi, un problema di retroattività della legge. Sanno benissimo tutto ciò i parlamentari del PDL, che hanno approvato la “legge Severino” e che in Giunta per le elezioni hanno dichiarato nei giorni scorsi inammissibile la richiesta di sollevare questione di costituzionalità della legge elettorale, usando proprio gli argomenti appena esposti. Il problema è che, ancora una volta, il destino e l’interesse personale di una sola persona viene fatto prevalere sull’interesse generale del Paese, mettendo a rischio quello stesso Governo che sino a qualche giorno fa si è definito indispensabile. E tutto ciò proprio quando si incominciano a cogliere i frutti dei tanti sacrifici fatti in questi ultimi anni e si intravedono i primi segnali di ripresa e di uscita dalla più grave recessione della storia repubblicana italiana. Confido comunque nel senso di dignità dei parlamentari del PDL e nella speranza che anche per molti di loro lo Stato di diritto venga a prima degli interessi personali del loro leader”.