Chiede alla Cia la taglia sulla testa di Bin Laden, Mary Pace colta da malore. La figlia: “E’ stata avvelenata”

21 Agosto 2013 0 Di redazione

A tre mesi dal malore che ha colpito l’ex agente segreto di Sgurgola, scrittrice di libri gialli, Mary Pace, la figlia Patrizia in un comunicato stampa sostiene che la madre sarebbe stata avvelenata il giorno prima dell’anniversario delle morte di Osama Bin Laden. Mary Pace ha fatto causa, addirittura alla Cia, perché rivendica la taglia che l’Intelligenze statunitense aveva messo sulla testa dello sceicco nero ucciso il 2 maggio del 2011. Rivendica la taglia di 25 milioni di euro per aver indirizzato le truppe dell’antiterrorismo sulle tracce di quello che era il ricercato numero uno al mondo, indicandone il nascondiglio direttamente ai servizi segreti americani. Il giorno prima del secondo anniversario dell’uccisione del capo di Al Qaeda, l’ex spia è stata colta da un malore che la figlia definisce sospetto. “Qualcuno ha cercato di avvelenare mia madre mentre si trovava sola nel giardino pieno di rose davanti la sua abitazione di Sgurgola nel frusinate. Che cosa accadde la mattina del 1° maggio? Che cosa ricorreva il giorno successivo?”, si chiede Patrizia, perché il giorno dopo la madre venne colpita improvvisamente da un malore per il quale è stata ricoverata in rianimazione e intubata per un coma ipercapnico a Frosinone e poi trasferita al reparto di cardiologia. Poi in un ospedale di Roma per altri controlli e infine al reparto di Pneumologia dell’ospedale di Cassino e la tappa più lunga al «San Raffaele» di Cassino per la riabilitazione motoria e respiratoria. Qui Mary è rimasta un mese per riprendere dimestichezza con il camminare e respirare. “Normali gesti quotidiani che noi diamo per scontati – racconta la figlia – mia madre ha dovuto tutti riconquistarli poco a poco con tanta tenacia e tanti ancora mancano all’appello. Mary non ricorda più niente dal giorno del 1° Maggio, un buco nero che ha inghiottito ricordi, dolore e notizie importanti, ma chi o cosa abbia spento la luce nel cervello di Mary non si sa. Negli anni passati ha lavorato contro il terrorismo, arrivando a risolvere questioni internazionali. Infatti – conclude la figlia – la cattura di Osama Bin Laden la si deve a lei che non esitò a dare le informazioni del rifugio del terrorista nel 2003 al ministero dell’interno e alla Cia. La signora Mary non aveva paura degli islamici, ma si può pensare che siano stati loro ad attuare la vendetta, il 2 maggio, giorno della morte di Bin Laden? Oppure un depistaggio di qualche potenza straniera? A questa domanda nessuno potrà mai rispondere. Passeranno anni e il mistero resterà tale. Mia madre non spera più di ricordare, anche se viene incoraggiata da tecniche mediche all’avanguardia”. Entro dicembre si dovrebbe tenere in tribunale a Roma la prima udienza del processo civile intentato dalla scrittrice Mary Pace, difesa da uno studio legale della capitale, contro la Cia per rivendicare il valore della taglia su Bin Laden.
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