Mentre lo Stato fatica a trovare i fondi per tutelare chi perde il lavoro c’è chi incassa l’indennità di disoccupazione senza aver mai lavorato

23 Agosto 2013 0 Di redazione

Dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza riceviamo e pubblichiamo:
In questo particolare momento storico, nel quale la tenuta sociale del Paese è in gran parte garantita dalle risorse erogate dall’INPS, tutti i comportamenti che danneggiano la solidarietà sociale devono essere combattuti con estrema decisione, garantendo la massima attenzione nel controllo della spesa pubblica.
In tale ottica la Guardia di Finanza, allo scopo di assicurare attraverso il rispetto della legalità i principi di equità e solidarietà che connotano la nostra Carta costituzionale, si adopera nella verifica della corretta percezione di tutti quegli emolumenti espressivi dello stato sociale, fortemente messi a rischio dalle ristrettezze economiche dell’attuale congiuntura.
Nell’ultimo anno il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza ha sviluppato un’analisi di rischio su dati forniti dall’INPS, per individuare persone che hanno illegittimamente percepito le indennità di disoccupazione, malattia e maternità nel settore agricolo. Più nel dettaglio, l’analisi è stata condotta sull’intero territorio nazionale e ha riguardato 207.000 aziende agricole attive nel periodo 2008/2009, allo scopo di individuare quelle che in modo fraudolento hanno consentito a ”falsi braccianti” di conseguire indebitamente le indennità in precedenza indicate.
In particolare, attraverso l’applicazione di specifici indicatori di rischio, sono state selezionate 414 aziende agricole, sottoposte successivamente a controllo dai competenti Reparti territoriali del Corpo.
L’attività operativa svolta ha consentito di individuare 5.600 falsi braccianti agricoli, rilevando l’indebita percezione di indennità INPS per oltre 20 milioni di euro.
Oltre agli aspetti strettamente legati alla spesa pubblica, l’analisi operativa ha consentito di realizzare un’attività di controllo trasversale, includendo nell’alveo progettuale anche altri segmenti di interesse istituzionale, quale il contrasto all’evasione fiscale e contributiva.
Nello specifico, è stata individuata materia imponibile non tassata per oltre 32 milioni di euro, IVA evasa pari a circa 4 milioni di euro, ritenute previdenziali, assistenziali e fiscali non operate per oltre 4 milioni di euro, contributi PAC e incentivi all’occupazione indebitamente percepiti per circa 1,2 milioni di euro.
Quanto alle modalità di realizzazione delle condotte illecite, le attività investigative hanno evidenziato che le stesse sono state realizzate principalmente attraverso la costituzione di aziende agricole “fantasma”, l’utilizzo di falsi contratti di affitto di terreni e mediante l’assunzione spropositata di manodopera agricola in rapporto alle dimensioni dell’azienda.
I casi scoperti portano alla luce uno sistema fraudolento variegato, con situazioni assai differenti fra loro:
un’azienda agricola con sede amministrativa in Piemonte e sede operativa in Sicilia, che ha arruolato 100 falsi braccianti consentendo l’illegittima percezione di € 850.000,00 quale indennità di disoccupazione agricola;
un’azienda agricola siciliana fantasma cosiddetta “senza terra” ha impiegato 130 falsi braccianti, veicolato l’illegittima percezione di indennità di disoccupazione agricola per € 600.000,00 e stipulato contratti di affitto di terreni con persone ignare o addirittura con soggetti deceduti;
in Puglia, in Calabria ed in Sicilia i finanzieri hanno individuato 4 aziende agricole fittizie, 521 falsi braccianti e € 2.225.000 di indennità di disoccupazione, malattia e maternità illegittimamente percepite, frutto di un impiego spropositato di manodopera agricola femminile con punte vicine al 90% della forza lavoro dichiarata.
Gli interventi, operati in 65 province, hanno inoltre messo in luce che, se il fenomeno dei falsi braccianti è ancora prevalentemente concentrato nel Mezzogiorno d’Italia, le violazioni fiscali e le truffe realizzate per conseguire le erogazioni pubbliche risultano invece diffuse sull’intero territorio nazionale.
L’attività appena conclusa dal Reparto, competente in ambito nazionale in materia di spesa pubblica, di danni erariali, di frodi al bilancio comunitario e di uscite al bilancio nazionale e degli enti locali, va ad aggiungersi alle numerose altre operazioni di recente disimpegnate nei settori della spesa sanitaria, dei contributi all’editoria, degli incentivi alle imprese o delle frodi comunitarie, come anche negli altri segmenti delle prestazioni previdenziali, comprese quelle di natura pensionistica, volte a contribuire in modo efficace e significativo al conseguimento degli obiettivi governativi di contenimento degli sprechi di risorse e della spesa pubblica in generale.