L’esercito ha arruolato 1933 volontari in FP1. I giovani sono arrivati a Capua il 5 settembre

7 Settembre 2013 0 Di redazione

L’Ufficio-Stampa del Raggruppamento Unità Addestrative (RUA), sempre puntualmente diretto dal ten.col. Antonio Giannelli, ha diffuso un comunicato che dà notizia dell’avvenuto afflusso, giovedì 5 settembre, nella “Prima Scuola” dell’Esercito Italiano, degli arruolati col 3° Blocco 2013: infatti 1.933 volontari in “ferma prefissata a un anno”, d’ambo i sessi e in età compresa fra i 18 e i 25 anni, sono giunti nelle tre Caserme dei Reggimenti Addestramento Volontari che fanno capo al RUA di cui è amato comandante il gen. di Divisione Antonio Zambuco: l’85° Reggimento “Verona”, con sede nell’omonima città scaligera, il 235° Reggimento “Piceno” ad Ascoli e il 17° Reggimento “Acqui” con sede in Capua.
Giovani uomini e donne, provenienti dalle diverse regioni della Penisola, dovranno iniziare il loro iter formativo e addestrativo, frequentando il corso di base e permanendo nei Reggimenti per un periodo di dieci settimane, al termine delle quali verranno trasferiti ad Enti e Reparti d’impiego della Forza Armata dislocati su tutto il territorio nazionale.
I volontari e i loro accompagnatori sono stati accolti nelle Caserme dove han partecipato ad una riunione informativa sul corso di formazione e sui possibili sbocchi occupazionali futuri. In tal senso, cioè per l’accoglienza consapevole dei protagonisti estesa anche ai loro genitori o familiari di 1°grado, si è adoperato l’intero vertice del RUA e, da autentico antesignano, il col. Domenico Roma, comandante del 17° Rgt “Acqui” recentemente tornato alla ribalta, in sede accademica, per illuminanti contributi alla ricostruzione storica sui tragici fatti di Cefalonia. Durante le predette settimane di iniziale istruzione teorico-pratica i nuovi soldati saranno sottoposti ad un addestramento che consentirà loro di acquisire le fondamentali capacità militari, con particolare attenzione alla preparazione fisica, all’addestramento individuale al combattimento, alle lezioni di tiro con le armi in dotazione ed alla formazione etico-morale. Così l’E.I. continua ad offrire nuove opportunità professionali al pianeta-giovani che paga a più caro prezzo la morsa della crisi occupazionale che attanaglia l’Italia e, più gravemente, il Sud.
Raffaele Raimondo