Rapinatori a mano armata ed estorsioni, banda sgominata dai carabinieri nel casertano

27 Settembre 2013 0 Di redazione

Ieri a seguito di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – Sezione reati contro il patrimonio e la persona e condotte dal Nucleo Operativo della Compagna Carabinieri di Mondragone, sono stati eseguiti n. 5 decreti di fermo emessi dal P.M. delegato ( e che dovranno essere convalidati dal G.I.P. di questo Tribunale) nei confronti di altrettanti soggetti, di cui due di nazionalità albanese, indagati per aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine a mano armata ed estorsioni. In particolare i soggetti raggiunti dal provvedimento di fermo sono:
1) LLESHI Rustem, nato in Albania il 1.02.84;
2) MARTINO Paolo, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 18.03.73;
3) FABOZZI Giuseppe, nato a Caserta il 21.12.1977;
4) MOLITERNO Mario, nato ad Aversa (CE) il 23.10.1977;
5) MURRA Ervis, nato in Albania il 29.04.1989.
I reati contestati sono quelli di cui agli artt. 110, 416 co. 1-2-3, 624 bis, 625 n° 2, 628 co. 3 n° 1-2-3 bis, 629 co. 2, 61 n° 5, 81 c.p. anche il relazione all’art. 56 c.p.- I fermati sono gravemente indiziati di una serie di episodi criminosi, posti in essere anche in concorso con altri soggetti, alcuni dei quali non ancora individuati, consumati nei confronti di cittadini italiani nel territorio della Provincia di Caserta. Tra le vittime vari imprenditori agricoli titolari di aziende zootecniche della medesima provincia. Nelle loro aziende i malviventi, armati di pistola o fucili, con lo stesso modus operandi, s’introduce vano nottetempo, con il viso nascosto da passamontagna, e, dopo aver immobilizzato gli operai presenti, si allontanavano a bordo di trattori ed altri mezzi agricoli. Si impossessavano, tra l’altro, di telefoni cellulari che sottraevano alle vittime. Nei giorni successivi alle rapine, utilizzando le utenze rubate, si iniziava la trattativa telefonica con le vittime, alle quali veniva avanzata la richiesta di pagamento di ingenti somme di denaro per la restituzione dei mezzi rubati. Infatti, sono avvenuti diversi recuperi di trattori rapinati e abbandonati nelle campagne. In più occasioni, i militari dell’Arma hanno anticipato le mosse del gruppo, impedendo che l’estorsione venisse consumata. Le vittime venivano opportunamente individaute grazie alle precise indicazioni di uno dei fermati, anche lui imprenditore agricolo operante nel settore. Anche i luoghi per occultare i trattori e la refurtiva erano ben selezionati: la banda utilizzava quasi sempre le stradine sterrate che costeggiano i canali d’irrigazione della zona. Frequenti erano anche le rapine ai danni di singoli anche in abitazioni private. Anche in questi casi la banda non operava a caso. Altri due dei fermati, infatti, avevano il preciso compito di individuare i soggetti che, o per il lavoro svolto o perché interessati da eventi particolari, potevano avere la disponibilità di ingenti somme di denaro o di beni preziosi. Ogni piccolo particolare veniva studiato a tavolino, ma non sempre tuttavia il gruppo riusciva a portare a compimento l’intento delittuoso. Infatti, lo scorso 13 settembre è il turno di una coppia di sposi, mentre partivano dal ristorante, ove si erano svolti la cena e i festeggiamenti in loro onore, la loro macchina veniva seguita e poi bloccata dal collimando entrato in azione con pistole e fucili in pugno. Solo un po’ di fortuna e incoscienza hanno evitato ai due sposi il peggio. Ma la banda non si è fermata. A distanza di pochissimi giorni si è spostata in un’altra zona. È stato scelto il territorio del Matese. Ad Alife i Carabinieri hanno registrato il tentativo di introdursi in un’abitazione per razziarla, nonostante la presenza dei proprietari. Solo un piccolo disaccordo tra i malviventi ha mandato all’aria il colpo quando era già iniziato. Le indagini sono iniziate proprio per le numerose rapine nelle aziende agricole di tutto il casertano. Non sempre c’è stata la piena collaborazione delle vittime, rendendo più difficoltosi gli accertamenti. In alcuni casi, invece, è stato importante l’aiuto delle parti offese. Dopo mesi di intensa attività investigativa, con intercettazioni ambientali e telefoniche, utilizzando anche nuovissime tecnologie, si è giunti, non senza difficoltà, all’individuazione dei principali componenti del gruppo criminale, rintracciati anche grazie ai numerosi servizi di appostamento e al controllo incrociato di dati telefonici. L’esito delle indagini è stato particolarmente positivo in quanto hanno consentito di individuare una pericolosissima organizzazione criminale che aveva creato un grave stato di allarme sia tra gli imprenditori agricoli che tra la cittadinanza tutta.