Decapitato il clan che rispondeva a Zagaria, in manette oggi anche Aldo Nobis

28 Novembre 2013 0 Di redazione

Associaizone per delinquere (art. 416 c.p.) corruzione per un atto contrario al dovere d’ufficio (319 e 321 c.p.), violazione di sigilli, commesso in concorso con altri (vigili urbani, imprenditori e personale dell’ufficio tecnico del comune di Giugliano in Campania (Na). Processato e condannato nel 2008 a circa 4 anni per questi reati, questa mattina il personale della squadra mobile di Caserta diretta dal Alessandro Tocco e della sezione distaccata di Casal di Principe diretta dal Mario Grassia, hanno arrestato Aldo Nobis 45 anni, fratello del più noto Salvatore Nobis, soprannominato “scintilla” attualmente detenuto, elemento di spicco del gruppo camorristico facente capo al noto Michele Zagaria, anch’esso detenuto. All’atto della cattura l’uomo si era reso irreperibile per questo il personale della Polizia di Stato, incaricato della cattura, ha effettuava un’opera di persuasione nei confronti dei familiari del Nobis, affinche’ lo stesso si mettesse in contatto con gli operanti, cosa che è stata fatta poco dopo.
Nella tarda mattinata, l’uomo è stato individuato nella provincia di Roma, ed è stato associato presso la casa circondariale di civitavecchia, dove poi l’ordinanza gli è stata notificata.
La cattura di Nobis collegata alla cattura degli altri elementi del gruppo Zagaria, avvenuta per il passato, ha fatto si che quest’ultima organizzazione criminale perdesse, quasi totalmente, quel potere criminale che aveva sul territorio fino a pochi mesi addietro.
La condanna definitiva, a cui in data odierna si e’ data esecuzione, e’ scaturita da un’indagine di p.g. avviata nel 2008, sotto la direzione della d.d.a. di Napoli, dalla polizia di stato sul territorio del comune di Giugliano, che si concluse con l’operazione denominata “mattone selvaggio”, che porto’ all’arresto di 18 persone tra vigili urbani, imprenditori e tecnici del predetto comune, per i quali sono stati chiesti ben 134 anni di reclusione, con la confisca di beni per alcuni di loro e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Le indagini effettuate da personale della polizia di stato, fecero evidenziare un sistema di tangenti pagate da privati e imprenditori tra cui il Nobis ai vigili urbani e responsabili dell’ufficio tecnico del comune di Giugliano in Campania, per poter realizzare opere edilizie abusive e prive delle dovute autorizzazioni.