‘Knockout game’ un gioco violento in cui l’obiettivo è colpire a sorpresa passanti per fargli perdere i sensi con un colpo solo. In Usa è allarme

25 Novembre 2013 0 Di Felice Pensabene

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo.

Schiaffeggiate, aggredite o molestate. Almeno due persone morte per attacchi simili dall’inizio dell’anno. Registrata escalation di violenza negli ultimi mesi, la polizia intensifica i controlli.

Il bullismo ed il vandalismo non hanno confini e si diffondono in tutto il globo anche sulla scia della rete che attraverso immagini nude e crude favorisce l’emulazione di comportamenti leciti ma anche illeciti o di pura violenza.

L’ultima moda in tema di violenza gratuita arriva dagli USA in particolare dagli stati di New York, Washington e New Jersey sono impegnate in indagini per capire se recenti attacchi su pedoni facciano parte di un gioco violento noto come ‘knockout game’, in cui l’obiettivo è colpire a sorpresa passanti che non sospettano nulla per fargli perdere i sensi con un colpo solo.

Le autorità e gli psicologi spiegano che si tratta un concetto noto da decine di anni e che di solito riguarda adolescenti desiderosi di impressionare i loro amici.

Almeno due persone sono morte a seguito di simili attacchi dall’inizio dell’anno e negli ultimi mesi la polizia ha registrato un aumento di aggressioni che sembrano connesse al gioco. La polizia di New York ha dispiegato un numero maggiore di agenti nelle zone in cui si sono verificate le ultime sette aggressioni che potrebbero essere legate al ‘knockout game’.

Alcune delle vittime, ha riferito il commissario di polizia Raymond Kelly, vengono schiaffeggiate, mentre altre sono gravemente aggredite o molestate.

Una delle persone prese di mira a New York, una donna di 78 anni, stava passeggiando nel suo quartiere mentre è stata colpita alla testa ed è caduta a terra. A Washington una 32enne è stata circondata da adolescenti in bici, uno dei quali l’ha colpita in faccia. A Jersey City, infine, un uomo di 46 anni colpito a sorpresa è morto dopo avere sbattuto con la testa contro una recinzione di ferro. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, questi eventi o se non restano casi isolati, fenomeni, che somigliano a casi analoghi avvenuti nel Nostro Paese, pongono seri interrogativi sulla questione della libertà di internet: un diritto cui nessuno può farci rinunciare perché divenuto un principio cardine delle libertà fondamentali al pari della libertà personale, ma che per quanto riguarda i giovani deve essere senz’altro contemperato dalla vigilanza attiva di genitori ed educatori cui spetta il difficile compito di insegnare l’importanza del rispetto della dignità della propria esistenza e quindi parimenti di quella degli altri.Â