Da Monza ad Andria passando per Frosinone, ecco come si vincevano le gare di appalto per la gestione dei rifiuti

11 Dicembre 2013 0 Di redazione

Sono contenuti in oltre 18.500 pagine gli esiti delle indagini dei finanzieri del Comando Provinciale di Milano, coordinati dalla Procura della Repubblica di Monza.
“Clean City”, “città pulita” il nome dell’operazione durata oltre un anno che ha permesso di fare luce su una serie di condotte finalizzate all’illecita, sistematica aggiudicazione di appalti pubblici, nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e dei servizi ambientali.

Al centro delle indagini dei Pubblici Ministeri Salvatore Bellomo, Giulia Rizzo e delle Fiamme Gialle, la Sangalli Giancarlo & C. Srl.. Padre (ai domiciliari per via dell’età) e tre figli (in carcere) alla guida dell’azienda di famiglia sono accusati di essere “l’epicentro del sistema corruttivo” indagato e di essersi aggiudicati appalti per un valore complessivo di oltre 260 milioni di euro, attraverso il pagamento di tangenti a politici locali e funzionari pubblici, adoperatisi direttamente ed indirettamente per manipolare le procedure di gara.

Dalle prime ore di questa mattina, oltre 200 finanzieri sono impegnati tra Lombardia, Piemonte, Lazio e Puglia per eseguire l’ordinanza del GIP del Tribunale di Monza – Claudio Tranquillo – che ha disposto l’arresto di 26 persone, delle quali 14 in carcere, 12 agli arresti domiciliari e l’obbligo di dimora nel comune di residenza, per altri 15 indagati.

I capi d’imputazione contestati sono indicati nelle 316 pagine dell’ordinanza. Si tratta di reati di corruzione, turbativa d’asta pubblica, truffa aggravata ai danni di ente pubblico ed emissione di fatture false. I militari del Gruppo Monza stanno operando anche presso numerose filiali di banche e conservatorie immobiliari per sequestrare disponibilità finanziarie, titoli ed immobili, per un valore di circa 14 milioni di euro. Si tratta del profitto e del prezzo della corruzione contestata alle persone coinvolte nelle indagini. E’ in corso, inoltre, l’acquisizione di documentazione presso i Comuni di Monza, Pioltello (MI), Peschiera Borromeo (MI) Andria (BAT), Frosinone e presso gli uffici di Metropolitana Milanese.

Diversi gli appalti pubblici vinti dalla Sangalli che sono finiti sotto la lente dei magistrati e della Guardia di Finanza:

• quello per la raccolta dei rifiuti del Comune di Monza, (assegnato nel 2009, del valore di circa 127 milioni di euro). Sono indagati per corruzione e turbativa d’asta, l’assessore con delega all’ambiente della precedente Giunta, Giovanni Antonicelli (ai domiciliari), la dirigente del settore ambiente Gabriella Di Giuseppe (in carcere), il presidente ed un componente della commissione ambiente dell’epoca, rispettivamente Antonio Gabetta e Daniele Massimo Petrucci – oggi consigliere in Provincia di Monza e Brianza – (per entrambi obbligo di dimora), un membro della commissione giudicatrice della gara Claudio Brambilla – attualmente Segretario comunale in diversi Comuni in Provincia di Lecco e Bergamo -, il consulente nominato per predisporre il capitolato tecnico Stefano Mambretti (entrambi ai domiciliari), il Presidente ed il Direttore Generale di AMSA Milano in carica nel 2009, rispettivamente Sergio Galimberti e Salvatore Cappello (per loro obbligo di dimora). Sangalli Giancarlo, ed i figli Patrizia Annamaria, Daniela e Giorgio Giuseppe sono accusati di aver corrisposto una maxi tangente quantificata in oltre 1 milione di euro, suddivisa tra politici e funzionari del Comune di Monza, riuscendo a “pilotare” i lavori della Commissione Ambiente e la nomina dei membri della Commissione Giudicatrice della gara. Inoltre l’impresa SANGALLI avrebbe corrisposto 1 milione e mezzo di euro, ai due Vertici di A.M.S.A. per evitare che quest’ultima partecipasse alla gara;
• la manutenzione del cimitero Comunale di Monza, (assegnato nel 2010, del valore di 3,5 milioni), che la Sangalli si è aggiudicata attraverso un’Associazione Temporanea d’Impresa, con Malegori Roberto – indagato per corruzione ¬- (ai domiciliari). In questo caso è sotto inchiesta anche un geometra del Comune di Monza, Antonio Esena (in carcere), incaricato di controllare la regolarità dell’appalto. Questi avrebbe omesso il controllo e non avrebbe segnalato inadempienze contrattuali, in cambio di denaro;
• l’appalto per la raccolta dei rifiuti del Comune di Andria e Canosa (assegnato nel 2011, valore 90 milioni), nel quale è indagato per corruzione l’attuale assessore del Comune di Andria con deleghe all’ambiente Francesco Lotito (in carcere). Responsabilità sono state individuate anche per un intermediario, intervenuto per le trattative, Vincenzo Caputi e per Gianpietro Zanini un dirigente dell’impresa monzese (entrambi ai domiciliari). La tangente concordata per ottenere i lavori, grazie ad un capitolato anche in questo caso “ritagliato” ad hoc sulla Sangalli, è stata quantificata in 1 milione di euro;
• l’appalto per la raccolta dei rifiuti nel comune di Frosinone (valore 25 milioni), non ancora assegnato. Accuse di corruzione anche per Fulvio De Santis, vice sindaco in carica, nonché assessore all’ambiente di quel Comune ed un intermediario intervenuto nell’occasione, l’architetto Giovanni Battista Ricciotti (entrambi in carcere). I militari del Gruppo Guardia di Finanza di Monza hanno monitorato e registrato gli incontri durante i quali gli indagati hanno definito come pilotare anche questa gara. In cambio la promessa di adeguate ricompense, in caso di vittoria della Sangalli;
• appalti della Metropolitana Milanese S.p.a., per pulizia di spurghi, manutenzione tombini e griglie corsi d’acqua assegnati nel corso degli anni dal 2002 al 2012 (valore 13,5 milioni). Sono incolpati di corruzione e turbativa d’asta due funzionari del Servizio Idrico Integrato di M.M., Riccardo Zanella, ancora in servizio e Vincenzo Dodaro, oggi in pensione (entrambi in carcere). Con loro, Stefano Stucchi, Paolo Genovese (entrambi ai domiciliari), Carlo Alfonso Barzaghi, Luigi Massimo Samele, Daniele D’Alfonso, Marco Mauri, Dario Morganti, Alberto Marazzato, Claudio Zaccagnini, Giulio e Tullio Zanetti (per loro disposti obbligo di dimora), tutti rappresentanti legali di società operanti nel medesimo settore della SANGALLI e Laura Milanesi, dipendente dell’azienda monzese (ai domiciliari). Anche in questo caso i funzionari si sarebbero adoperati per redigere capitolati favorendo la Sangalli, mentre gli imprenditori, ripresi a loro insaputa dai finanzieri durante una riunione, si sono accordati illecitamente per spartirsi alcuni lotti. E’ stata inoltre accertata una truffa da parte dell’azienda monzese ai danni di Metropolitana Milanese: 210 mila euro di costi per lo smaltimento di fanghi gonfiati ad arte dalla Sangalli. Spese mai sostenute ma fatte comunque pagare alla società milanese;
• rinnovo del contratto di servizio raccolta rifiuti del Comune di Pioltello (MI), rinnovato nel 2013, valore 7,5 milioni, nel quale è indagato il Sindaco di quel Comune, Antonio Concas (in carcere), accusato di aver ricevuto una tangente di 20 mila euro, per prorogare il contratto con la Sangalli;
• la locazione di un immobile da adibire a sede temporanea della Brianzacque (appalto non perfezionato in conseguenza delle indagini in corso) e per lo smaltimento di fanghi (valore 570 mila euro). Nella prima vicenda (risalente al luglio 2012) l’ex Presidente Oronzo Raho (ai domiciliari) si sarebbe adoperato per far affidare alla Sangalli l’indagine di mercato per individuare l’immobile, in cambio della promessa dell’acquisto di un appartamento vicino Nizza, per il quale Raho si era posto come intermediario (tra i Sangalli ed un privato). Nel secondo caso è indagato un funzionario di Brianzacque, Francesco Rizzuto (in carcere), il quale (nel dicembre 2012) avrebbe rivelato ai Sangalli – prima della scadenza dei termini di presentazione delle offerte – le cifre indicate dai concorrenti.

Un capitolo a parte sono i lavori affidati dal Comune di Monza alla PI.GI.EMME (per 120 mila euro), riconducibile a Giuseppe Esposito, detto “Peppe u curto”, attualmente agli arresti, poiché ritenuto il capo di un’organizzazione camorristica operante a Monza. Si tratta di un filone investigativo emerso nel corso dell’operazione Briantenopea (condotta dai Carabinieri di Monza e coordinata dal Dott. Bellomo). L’A.G. di Monza, in particolare, ha delegato ai Finanzieri specifici accertamenti per individuare gli episodi corruttivi alla base dell’affidamento dei lavori alla PIGIEMME. In questo caso, oltre a Giuseppe Esposito (in carcere) è coinvolta anche l’amministratrice della società, Stefania Giorgini (ai domiciliari). Con i due è indagato l’ex assessore Giovanni Antonicelli, il quale si sarebbe adoperato per far assegnare appalti all’azienda di Peppe u curto, in cambio di appoggi elettorali da parte dell’organizzazione criminale a lui riconducibile.
Le indagini, condotte attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti, servizi di osservazione e registrazione video di incontri, accertamenti bancari, perquisizioni ed interrogatori, hanno permesso di fare luce sui singoli episodi e di identificare tutte le persone coinvolte nel meccanismo corruttivo. Ma non solo. E’ stato anche svelato il metodo utilizzato dai Sangalli per creare fondi neri necessari a corrompere funzionari e politici, attraverso sovrafatturazioni da parte di aziende compiacenti, pronte a restituire in contanti gli importi dei maggiori costi fatturati. Spese artatamente gonfiate che hanno consentito ai Sangalli di creare provviste di nero per circa 700 mila euro. Sulla scorta di quanto accertato, Giancarlo Tullio (in carcere), Enzo Silvio e Stefano Stella (obbligo di dimora), a cui fanno capo rispettivamente la SCAU Ecologica di Ceccano (FR) e la Stella Plast di Lissone (MB), sono stati accusati di emissione di fatture false.

Affinchè la Sangalli non interrompa i servizi di raccolta rifiuti e per consentire ai suoi 1000 dipendenti di continuare a lavorare, la Procura della Repubblica di Monza sta ponendo in essere tutte le iniziative per garantire la continuità aziendale.