I numeri positivi del presidio di giustizia di Lanciano destinato a chiudere. Le preoccupazioni del procuratore

24 Gennaio 2014 0 Di redazione

“Sono fortemente preoccupato per la chiusura del tribunale di Lanciano che assicura giustizia sul territorio in tempi brevi. Speriamo in un esito positivo sulla revisione della legge sulla soppressione, o anche un rinvio dell’entrata in vigore nel 2015, con l’accorpamento a Chieti. Si auspica quindi anche una revisione che tenga conto dell’accorpamento dei tribunali di Lanciano e Vasto” lo ha detto in conferenza stampa, questa mattina in procura a Lanciano, il procuratore Capo Francesco Menditto, poggiando le sue considerazioni su un pilastro che è l’efficacia giudiziaria della sua procura e del tribunale Frentano. I procedimenti noti sono aumentati del 5,5%, pari a 3.426, mentre quelli contro ignoti sono stati 2.662. La procura di Lanciano ha chiuso nel 2013 le indagini con la durata media di 155 giorni. “Un dato assolutamente isolato nel panorama italiano” ha anche detto Menditto, illustrando i dati statistici sull’attività svolta lo scorso anno.

Di seguito il consuntivo 2013 della procura di Lanciano

1.1 Il ruolo della Procura della Repubblica.
Anche nell’anno 2013 è stata registrato una pressante “richiesta di giustizia” nel circondario, come emerge dalle numerose denunce presentate da singoli cittadini e associazioni che si sono rivolti alla Procura della Repubblica, direttamente o tramite i servizi di polizia giudiziaria presenti sul territorio.
Va ribadita la necessità della garanzia offerta da una Procura della Repubblica, che nel rispetto formale e sostanziale dei compiti attribuitile, in primo luogo dalla Carta Costituzionale, adempia fino in fondo ai propri doveri. Tale azione deve essere leggibile all’esterna, nella sua prioritaria funzione di controllo della legalità e del ruolo della giurisdizione intesa nel suo complesso.
In questo contesto si è prestata particolare attenzione a rafforzare questo ruolo, come emerge anche dall’incremento delle sopravvenienze delle notizie di reato (circa 8%) e delle denuncie per alcune tipologie di reati (stalking).
La presente relazione, diretta alla diffusione pubblica, rappresenta il contributo all’azione trasparente della Procura.

1.2- Il ruolo della Procura della Repubblica nella repressione dei reati.
La Procura si è proposta l’obiettivo di una costante presente sul territorio per la repressione dei reati sia attraverso la costante direzione della polizia giudiziaria, sia nello svolgimento di attività investigativa d’iniziativa o a seguito di denuncia.
Il. rapporto con la polizia giudiziaria è stato costante, così come l’azione di direzione e coordinamento delle diverse Polizie giudiziarie, a partire da Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato. Importante spesso la collaborazione di alcune Polizie municipali.
Per rendere leggibile e trasparente l’azione di coordinamento e direzione della polizia giudiziaria sono state emanate specifiche direttive.
Sono state esaminate e trattate tutte le denuncie ricevute nella consapevolezza che ogni notizia di reato, anche quella che può apparire “più banale” è importante per le persone che ne sono coinvolte. Si è proceduto alla più celere trattazione dei procedimenti che presentano maggiore allarme sociale secondo i criteri che saranno indicati oltre.

1.2- La presenza della Procura della Repubblica nell’azione di diffusione dei valori della “legalità”.
La Procura, anche nel 2013, ha rivolto il suo impegno anche nella diffusione dei valori della legalità in attuazione dei principi costituzionali.
E’ stato promosso e firmato nuovamente un protocollo per “la promozione e la realizzazione di un coordinamento delle iniziative sui temi dell’educazione alla legalità, alla democrazia, alla cittadinanza attiva” con la partecipazione dei Dirigenti scolastici e delle Istituzioni. In tale ambito vi è stata una costante presenta dei magistrati della Procura alle numerose iniziative organizzate nelle scuole.

1.3 L’importanza dell’azione “corale”.
Vi è l’assoluta consapevolezza, che i risultati raggiunti sono stati ottenuti grazie all’impegno di tutti i soggetti coinvolti nell’azione della Procura.
Va dato atto dell’impegno e dell’abnegazione profuso dai sostituti procuratori della Repubblica, la dott.ssa Rosaria Vecchi che in passato ha anche diretto in modo eccellente (come facente funzioni), e il dott. Ruggiero Dicuonzo.
I colleghi hanno continuato a offrire il loro indispensabile apporto anche negli specifici settori di competenza in cui è stata privilegiata la specializzazione (dott.ssa Vecchi per i reati in materia di violenza sessuale, il dott. Dicuonzo per i reati tributari).
Indispensabile l’ausilio del personale amministrativo, con organico sempre più ridotto, rafforzato dall’apporto di personale in mobilità. Va sottolineata la preoccupazione per la riduzione dell’orario di lavoro di questo personale che, se non interverranno Ministero e Regione, potrà comportare un grave rallentamento dell’azione della Procura
Si è constatato l’abnegabile impegno della polizia giudiziaria: appartenenti alle sezioni della Procura, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo forestale dello Stato. Importante l’ausilio di altre forze di polizia giudiziaria quali la Polizia penitenziaria, il personale specializzato dell’Asl servizio prevenzione infortuni, alcune polizie municipali.
Fondamentale il ruolo dell’Avvocatura che, nello svolgimento della propria funzione, rappresenta un soggetto fondamentale nell’ambito del processo penale. Costante e leale il rapporto con l’intera avvocatura e col Consiglio dell’Ordine.
Il risultato dell’azione della Procura è garantito dal grande livello di efficienza (oltre che dallo svolgimento delle imprescindibili funzioni di controllo) del settore penale del Tribunale, con tempi contenuti di definizione dei processi e una notevole celerità nell’attività del giudice per le indagini preliminari.
Nonostante le carenze di organico dei magistrati derivanti dai recenti trasferimenti il settore penale del Tribunale ha garantito il massimo sforzo per evitare ritardi e rinvii.

1.4 Il rapporto con gli organi di informazione
E’ noto che il rapporto con gli organi di informazione non è sempre agevole.
Da un lato vi è l’indispensabile ruolo di informazione e critica, garantito dalla Costituzione, presidio di uno stato democratico; dall’altro si presentano il diritto alla riservatezza delle persone coinvolte dalle indagini penali e la necessità del segreto investigativo per non danneggiare l’azione della Procura.
E’ stata emanata un’apposita direttiva alla polizia giudiziaria al fine di assicurare la responsabilità della Procura in ordine alla diffusione in forma ufficiale delle notizie conoscibili.
Allo stesso tempo la Procura ha tenuto i rapporti in modo trasparente e pubblico, attraverso conferenze stampa e comunicati Ufficiali.

1.5 La prevista soppressione del Tribunale, nel settembre 2015
E’ nota la preoccupazione per il previsto accorpamento del Tribunale e della Procura, con gli uffici giudiziari di Chieti, nel settembre 2015.
Sono note le ragioni espresse sulla importanza di un presidio di legalità sul territorio.
E’ auspicabile che eventuali diverse soluzioni, a partire dal differimento per la inadeguatezza degli edifici negli uffici accorpanti e dal proposto accorpamento dei Tribunali di Lanciano e Vasto (che costituirebbero un presidio giudiziario idoneo sotto il profilo organizzativo -14 giudici e 6 pubblici ministeri-, più consistente di numerosi Tribunali non soppressi), siano adottate tempestivamente (entro il 2014).

2. Sintesi sull’andamento dei procedimenti

2.1 I dati

tab 4“

2.2. Le valutazioni
L’analisi dei dati dimostra un incremento delle sopravvenienze dei procedimenti nei confronti di autori di reati identificati del 5,5%, con una riduzione, invece, delle pendenze del 6,7%.
Tali dati confermano l’aumento del carico di lavoro che, comunque, non ha impedito alla Procura di ridurre la pendenza grazie all’impegno dei magistrati.
Confermato il dato positivo della durata del procedimento in Procura di soli 184 giorni, corrispondente al termine previsto dal codice di procedura penale. Si tratta di un dato particolarmente positivo in un contesto nazionale di durata ben più lunga.

3 – Sintesi sull’andamento della criminalità del circondario (numero di procedimenti e indagati)

3.1 I dati
Notizie di reato iscritte per tipologia dei principali reati, con indicazione (anni 2012 e 2013) del numero complessivo di indagati

tab 3

3.2 Le valutazioni

I reati contro la pubblica amministrazione presentano un consistente incremento (25% dei procedimenti e 20% degli indagati) a dimostrazione della maggiore attenzione della Procura verso questa tipologia di reati e dell’incremento delle segnalazioni intervenute.
E’ noto che trattasi di una materia in cui è difficile fare emergere le ipotesi delittuose.

Delitti di violenza sessuale e stalking
Si registra un rilevante incremento in materia di delitti di violenza sessuale (+90% di procedimento e +130% di indagati) e di stalking (+100% di procedimento e +95% di indagati).
L’incremento è da mettere in relazione sia con la maggiore consapevolezza delle vittime (nella quasi totalità donne) dell’importanza di denunciare fatti gravissimi ai loro danni, sia della particolare attenzione della Procura per questi reati, oggetto di un recente intervento legislativo e di un’apposita direttiva della Procura alla Polizia giudiziaria.
Questi reati, al pari dei maltrattamenti in famiglia, non sono di semplice emersione per le difficoltà delle vittime a denunciare e per contesti ambientali e talvolta familiari diretti a nascondere tali vicende.
E’ necessaria una importante opera di sensibilizzazione che induca le vittime a denunciare i fatti.

Reati contro il patrimonio
Sostanzialmente stabili i dati relativi ai reati contro il patrimonio.

Per i reati in materia di falso in bilancio e bancarotta fraudolenta patrimoniale si è assistito a un notevolissimo incremento dei procedimento (+350%) e degli indagati (+105%), sia per la maggiore attenzione della Procura, sia per gli evidenti effetti della crisi economica.

Per i reati in materia tributaria, vi è una diminuzione.
L’attenzione della Procura verso questi reati è resa evidente dalle numerose richieste di sequestro per equivalente avanzate (cfr. oltre).

Delitti in materia di inquinamenti, rifiuti ed edilizia.
Si registra un ulteriore incremento dei procedimento (+6%) e degli indagati (+9%), anche a seguito delle specifiche direttive impartite alla polizia giudiziaria.
La Procura avanza richiesta e viene emesso sequestro preventivo (nel 2013 n. 110, vale a dire nel 2/3 circa dei procedimenti), da un lato interrompere l’attività criminosa, dall’altro per rendere “utile” all’indagato, quando possibile, la “regolarizzazione dell’opera (con la concessione in sanatoria) ovvero l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie (in materia di inquinamento di varia natura).
Sì continua a disporre il differimento dell’esecuzione del sequestro in presenza di situazioni che lo consentivano, accelerando, così, l’attività dell’indagato diretta alla regolarizzazione dell’azienda.

Per i reati in materia di stupefacenti il trend è in elevatissimo aumento, di circa il 50% sia per indagati che per numero di procedimenti.

4 – I provvedimenti in materia di libertà personale (arresti, fermi, misure cautelari).

4.1 I dati

tab2

Misure cautelari emesse (per tipologie di reati)

tab1

4.2 Le valutazioni
La rilevante azione sul territorio della polizia giudiziaria emerge dai dati su arresti con direttissima o convalida, sostanzialmente costanti (di poco superiore a 80).
Si tratta di dati significativi, derivanti dall’azione di prevenzione, anche alla luce delle consistenti carenze di organico delle forze di polizia.
Le richieste di misura cautelare personale continuano a essere in aumento, pur essendo avanzate in rigorosa applicazione dei criteri previsti dagli artt. 273 e ss. c.p.p. in considerazione della rilevanza della libertà personale, garantita dalla Costituzione e dalla Cedu come valore prioritario.
L’attenzione prestata alla libertà personale emerge dall’alta percentuale di accoglimento da parte del Giudice per le indagini preliminari (circa 72%) che svolge una rigorosa verifica, come dimostra la scarsissima percentuale (poche unità) di annullamenti all’esito delle impugnative (Tribunale del Riesame dell’Aquila e della Cassazione), che l’anno prossimo si forniranno con precisione.
Va precisato che i dati delle misure cautelari sono offerti complessivamente e non per tipologia di misura (custodia in carcere, arresti domiciliari, obbligo o divieto di avvicinamento alla persona offesa, etc.). L’attento controllo del Giudice per le indagini preliminari emerge anche dalla scelta della misura applicata, talvolta attenuata rispetto a quella richiesta dalla Procura-

5 – Il contrasto patrimoniale: i sequestri.

5.1 – I “criteri di priorità”.
Nei criteri organizzativi di questa Procura si legge:
“….Sarà incrementata la richieste di misure cautelari reali penali per l’effetto che determinano nell’ambito del procedimento (espropriazione di beni illecitamente accumulati) in tutti i casi previsti dalle norme vigenti (con specifico riferimento al sequestro ex art. 12 sexies l. 356/92 e al sequestro per equivalente previsto per i reati tributari e da molteplici disposizioni).
Egualmente saranno incrementate le misure di prevenzione (personali e) reali il cui potere di proposta è attribuito al Procuratore del Circondario ai sensi degli artt. 5, comma 2, e 17, comma 2, d. lgs. 159/11 con l’obiettivo di colpire i patrimoni illecitamente accumulati.”

5.2 – Misure di prevenzione patrimoniali (sequestro e confisca per circa 10 milioni di euro).
Si è dato impulso alle misure di prevenzione patrimoniali apparendo prioritari il contrasto patrimoniale al crimine.
Sequestri
E’ stata avanzata una proposta di applicazione personale e patrimoniale in cui il Tribunale di Chieti, in data 19.3/10.4/2013, con decreto n. 1/2013 ha applicato la misura personale per la durata di anni tre (immediatamente esecutiva e in corso di espiazione) e il sequestro di numerosi beni immobili e mobili registrati intestati al proposto e a prestanome. In totale 10 beni immobili e 2 beni mobili registrati.
Il sequestro è stato eseguito e i beni sono amministrati da un amministratore giudiziario.
Confische
Il Tribunale di Chieti, con decreto n. 5/2013, del 25.7/2.8.2013, ha disposto la confisca di 71 beni immobili, di quote sociali per intero di 4 società, di 10 beni mobili registrati, confermando quasi integralmente il disposto del sequestro del luglio 2013.
La Corte d’Appello, nel maggio 2013, ha confermato la misura personale applicata alla stessa persona nel luglio del 2012 dal Tribunale contestualmente al sequestro dei beni.
Il valore dei beni è di numerosi milioni di euro.
I beni amministrati fino ad ora da un amministratore giudiziario, dalla confisca definitiva devono essere amministrati dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

I beni complessivamente sequestrati e/o confiscati in sede di prevenzione
In totale sono stati sequestrati o confiscati:
– 81 beni immobili,
– Totalità delle quote sociali di 4 società,
– 12 beni mobili registrati.
Il valore complessivo dei beni è di circa 10.000.000 di euro

5.3 – Sequestro e confisca penale, per circa 13 milioni di euro.

L’azione della Procura, fondata sull’attività investigativa sempre più puntuale della polizia giudiziaria che ha affinato le tecniche investigative, ha trovato riscontro nei decreti di sequestro emessi dal giudice per le indagini preliminari in tempi estremamente contenuti (con un attento vaglio delle richieste) e con motivazioni ampie e adeguate che hanno consentito di ottenere conferme dal riesame e dalla Cassazione (per oltre il 90% dei casi) e, ormai, anche confische dibattimentali (100%).

Si forniscono i dati con riferimento alle diverse tipologie di sequestro e confisca adottati che, sostanzialmente, comprendono tutte quelle consentite dalle vigenti disposizioni.

Sequestro e confisca allargata ex art. 12 sexies l. 356/92
Si avanza richiesta di sequestro ogni volta che emergono i relativi presupposti. Sono state accolte dal Gip numerose richieste (confermate dal riesame) aventi ad oggetto immobili, beni mobili registrati, denaro.
Da segnalare:
a) il decreto di sequestro (proc. n. 259/11) per il reato di cui all’art. 317 c.p. (introdotto nel catalogo dei delitti previsti dall’art. 12 sexies nel dicembre 2006) emesso il 3 ottobre 2011, che rappresenta una delle prime applicazioni dell’istituto. Il decreto e la richiesta della Procura sono stati pubblicati e sono citati in volumi specialistici.
All’esito delle diverse impugnazioni, il procedimento è stato definito con sentenza del Gup, emessa ai sensi dell’art. 444 c.p.p., del 20.5.13 con cui è stata disposta la confisca dei seguenti beni (intestati all’imputato e a terzi): saldi di conto corrente e titoli per euro 120.000,00 circa e di 2 immobili.
La confisca è divenuta definitiva e rappresenta il primo caso del circondario di immobili acquisiti al patrimonio dello Stato, oggi nella disponibilità dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali, in attesa di destinazione;
b) il decreto di sequestro del 5.11.11 per il reato di cui all’art. 644 c.p. (proc. 786/11). All’esito delle diverse impugnazioni, allo stato il procedimento è stato definito con sentenza del Tribunale del 19 luglio 2013, con cui è stata disposta la confisca dei seguenti beni (intestati all’imputato e a terzi): saldi di conto corrente per euro 20.000,00 circa e 4 beni mobili registrati;
c) decreti di sequestro del 12.12.11 e 14.6.12 per il reato di cui all’art. 644 c.p. (proc. n. 1353/10). All’esito di numerose impugnazioni (anche di questo PM) sono attualmente in sequestro i seguenti beni (intestati all’imputato e a terzi): 10 immobili e 1 bene mobile registrato.
Il procedimento pende al dibattimento
d) decreto di sequestro del 21.1.13 per il reato di cui all’art. 644 c.p. (proc. n. 1138/12). All’esito di numerose impugnazioni sono attualmente in sequestro i seguenti beni (intestati all’imputato e a terzi): 4 beni immobili, 15 beni mobili registrati.
Il procedimento si è concluso in primo grado con confisca dei beni indicati
Complessivamente: 16 beni immobili, 20 beni mobili registrati (veicoli), euro 140.000.

Sequestro e confisca per equivalente (ordinario)
Particolarmente efficace il sequestro per equivalente, richiesto dalla Procura in tutti i casi consentiti dal codice penale e dalle leggi speciali.
Si è richiesto il sequestro per equivalente anche nel corso del procedimento per rendere chiara l’efficacia dell’istituto, diretto a colpire il patrimonio illecitamente accumulato, seppur per equivalente.
Si segnalano numerosi casi di sequestro per equivalente emesso sulla base delle disposizioni del codice penale:
a) decreto di sequestro, già segnalato nella passata relazione, emesso ai sensi dell’art. 640 quater per art. 640, comma 2, n. 1 (proc. n. 1658/13) relativo a beni del valore di 170.00,00 euro (quote sociali e veicolo Ferrari).
Il sequestro è ancora in atto; il procedimento pende nella fase dibattimentale.
b) decreto di sequestro emesso ai sensi dell’art. 640 quater per art. 640, comma 2, n. 1 (proc. n. 596/10) eseguito su contanti e titoli del valore di euro 421.00 circa.
Il procedimento pende nella fase dibattimentale.
c) decreto di sequestro emesso ai sensi dell’art. 644 (proc. n. 2199/11) eseguito su un immobile, fino alla concorrenza di euro 53.000,00 circa.
Il procedimento pende con richiesta di rinvio a giudizio.
d) decreto di sequestro emesso ai sensi dell’art. 640 quater per art. 640, comma 2, n. 1 (proc. n. 597/12) eseguito su contanti per euro 110.000,00.
Il procedimento pende con richiesta di rinvio a giudizio.
Complessivamente: sequestri effettivamente eseguiti su denaro, contanti, immobili e mobili registrati per euro 754.00.000.
Si segnalano numerosi casi di sequestro per equivalente per delitti tributari con importi variabili:
€ 166.348,00
€ 124.457,00
€ 67.731,00
€ 60.440,00
€ 204.761,00
€ 5.983.766,61
€ 55.320,00
€ 55.628,00
€ 144.387,00
€ 102.926,00
€ 130.522,00
€ 74.620,00
€ 153.700,00
€ 460.271,82
€ 107.243,00
€ 127.015,59
€ 166.253,61
€ 85.440,00
TOTALE € 7.619.024,00
I procedimenti sono tutti in corso nelle diverse fasi.

Sequestro e confisca per equivalente nei confronti dell’ente (d.lgs. n. 231/01)
Questa Procura ha anche richiesto e ottenuto il sequestro ( proc. n. 2022/12) per equivalente ai sensi del d.lgs. n. 231/01, nei confronti dell’ente, con riferimento a gravi reati in materia di inquinamento (art. 256 d.lgs. n. 152/06).
Trattasi di una delle prime applicazioni, essendo stati solo recentemente inseriti i reati ambientali nell’elenco di quelli per i quali si applica il d.lgs. n. 231/01.
Si è configurato il profitto direttamente scaturente dalla commissione dei reati e dall’abbandono dei rifiuti (e non dallo smaltimento) e, così, dalla realizzazione della discarica, con il conseguente risparmio ottenuto con la violazione delle fattispecie penali.
Va segnalato che il sequestro, inizialmente chiesto e ottenuto per euro 800.000,00 a seguito di provvedimento del Tribunale del Riesame, è stato richiesto nuovamente e ottenuto per l’importo di 505.600,00 euro, eseguito su immobili di analogo valore. Il provvedimento è stato confermato dal Tribunale del Riesame di Chieti ed è stato pubblicato su riviste giuridiche perché innovativo.
E’ stato emesso l’avviso di conclusioni delle indagini.

Sequestro conservativo.
Proseguendo l’impegno dell’ufficio, che già nella passata relazione segnalava 2 sequestri conservativi a garanzia delle spese sostenute dallo Stato per le intercettazioni telefoniche (circa 80.000,00 euro), è stato richiesto e ottenuto dal Gip del Tribunale di Lanciano sequestro conservativo per euro 600.000 eseguito su immobili (proc. n. 473/12) con riferimento al reato di cui all’art. 256, comma 3, d.lgs. n. 152/06, per un importo pari alle somme necessarie allo smaltimento dei rifiuti confluiti nella discarica abusiva che dovrà necessariamente essere operato a spese dell’erario, salvo recupero a favore dell’imputato.
Il provvedimento del Gip e quello del riesame sono stati pubblicati perché innovativi nella materia.

I beni complessivamente sequestrati e/o confiscati in sede penale
In totale sono stati sequestrati o confiscati in sede penale:
– 16 beni immobili, del valore di circa 3.000.000 di euro;
– 20 beni mobili registrati (veicoli), del valore di circa 140.000 euro;
– titoli e contanti per euro 140.000;
– per equivalente (ordinario o nei confronti dell’Ente) e conservativo, beni (di diversa natura) per un importo totale di euro 9.478.624 (754.00.000+ 7.619.024,00, + 505.600+600.000).
I beni complessivamente sequestrati e/o confiscati in sede penale è pari a circa 13.000.000 di euro.