Da Detroit una speranza per Cassino, la Fiat acquisisce il 100% di Chrysler. Gli operai: “Sarà dura, ma adesso vediamo la luce”

2 Gennaio 2014 0 Di redazione

Uno spiraglio di speranza si accende sullo stabilimento Fiat di Cassino. L’interruttore è stato acceso a Detroit dove da oggi, l’azienda automobilistica torinese, è proprietaria al 100% della Chrysler. Un fatto che avrà a quanto pare, ripercussioni positive per i 3.900 operai del Cassinate (che diventano oltre 9000 considerando anche l’indotto); lavoratori che, hanno iniziato il nuovo anno con una aspettativa di lavoro mensile che non supera i 4 giorni. I restanti giorni feriali di gennaio saranno passati in cassa integrazione. Perché allora questo timido ottimismo? “Perché adesso Fiat è libera di scegliere autonomamente e rispettare gli impegni che ha preso per lo stabilimento cassinate” risponde Mirko Marsella, segretario provinciale Fim Cisl: “L’aver acquistato tutte le quote di Chrysler – aggiunge – ha sciolto quei lacci costituiti dai veti dei soci americani che non avevano interesse al Vecchio Continente e allo stabilimento cassinate. La nostra speranza è che in questi mesi arrivi l’ufficializzazione di nuovi modelli da costruire a Cassino prima di marzo, mese in cui finirà la cassa integrazione ordinaria. Con l’ufficializzazione di nuovi investimenti, la richiesta di cig straordinaria si farà per ristrutturazione e non per crisi”. Nel Sud Lazio, quindi, ci si aspetta molto dal nuovo piano industriale di Fiat, non solo per il nuovo modello, ma anche per vedere confermato il progetto di fare di Cassino il polo industriale dell’Alfa. “Il marchio Alfa – conclude Marsella – resta quello più spendibile sul mercato, non tanto europeo che sembra ingessato, quanto quello americano e, soprattutto, nord americano. Ci aspettiamo, quindi un 2014 duro e caratterizzato dalla cassa integrazione, ma con una speranza in più che, fino ad oggi mancava”. E fiducia sembra esserci anche tra gli operai: “E’ un fatto positivo – dichiara Ludovico Zonfrilli, 40enne, da 14 anni dipendente dello stabilimento di Cassino – Sono uno di quelli che nelle manifestazioni del 2002 bloccava l’autostrada e la stazione ferroviaria. Ma a quei tempi l’azienda stava per chiudere per problemi manageriali, diversi da quelli dettati dalla crisi attuale che blocca ogni settore, compreso quello automobilistico. Con l’acquisizione di oggi ci parlano addirittura di modelli Chrysler costruiti a Cassino, e che per Fiat si aprono spazi in altri mercati come quello asiatico. Ma restano buoni propositi in attesa di certezze. A gennaio lavoriamo solo 4 giorni, le buste paga si assottigliano e arrivare a fine mese è dura. Sarà un 2014 duro, ma almeno con qualche speranza in più”. Anche per Francesco Esposito, suo collega in Fiat a Cassino, la preoccupazione si mescola alla speranza. “La situazione non è rosea, ma almeno le aspettative crescono – dice – Mi aspetto anche una busta paga mensile magra come quella dello scorso anno se non addirittura peggiore, ma con una differenza: le difficoltà del 2013 erano dovute alla crisi, quelle del 2014 sono propedeutiche al rilancio”.