La Fòcara: il Santo, l’Uomo e la Terra. A Novoli (Le) il falò più grande d’Europa

10 Gennaio 2014 1 Di redazione

La Comunità novolese trova vera espressione di sé nel rituale della sua festa più grande legata al culto di Sant’Antonio Abate che nei giorni del 16 e 17 gennaio con la “fòcara” sottolineerà al meglio le radici agropastorali di questa complessa porzione di Salento. Un appuntamento indispensabile con la tradizione nell’inverno salentino, mirabilmente confuso tra folklore e religiosità popolare: oltre ai rituali religiosi la festa del santo patrono di Novoli comprende la benedizione degli animali e soprattutto il rito pagano, di più intensa compartecipazione popolare, dell’accensione di uno dei più grandi falò devozionali del mediterraneo, “la fòcara” (20 metri di diametro e 25 di altezza). La presenza di tale evento ha consolidato la festa novolese che si è trasformata gradualmente senza soluzione di continuità in cent’anni d’inquietudine per l’attesa del nuovo anno. Le origini della presenza della fòcara a Novoli da alcuni è genericamente attribuita all’opera dei veneziani; mentre, altri la individuano intorno al XV secolo ancor prima della richiesta di avere Sant’Antonio come patrono di Novoli. Negli ultimi anni la progettazione della fòcara è stata affidata ad artisti internazionali come Mimmo Paladino e Hidetoshi Nagasawa mentre la realizzazione è sempre curata dalle maestranze novolesi. In ogni caso è certa la data del `700 come attestato dagli atti comunali. Particolare attenzione è stata posta dal fotografo Dante Sacco alla nesso tra gli elementi della Festa di Sant’Antonio Abate e la Fòcara e l’attività di approvvigionamento e costruzione della enorme pira: “ Trovare il nesso logico tra la coltura materiale della vite e la cultura immateriale del santo perché la “fòcara” – dice Dante Sacco – nasce certamente come atto necessario di bonifica dei campi dalle fascine provenienti dalle potature dei vigneti per poi trasformarsi in una sincera forma di devozione al santo. L’atto successivo della purificazione avveniva ed avviene per mezzo del fuoco così che la sua forma è divenuta con gli anni una vera scommessa dell’uomo purificatoe proteso verso la fertilità di un nuovo anno. Il titolo della ricerca fotografica , Igni materiam praebeo , sta dunquead indicare l’esaltazione del momento precedente la fòcara, l’atto dell’alimentare il fuoco attraverso il lavoro dell’uomo; si svelano in questi scatti i momenti della costruzione, le facce dei maestri di fascina che trasmettono sapienza e sapere ai più giovani. Il tutto nel lungo paesaggio salentino, con le sue geometrie rurali e le nuvole ad altezza d’uomo”.
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