Esche avvelenate, unità cinofile della Forestale setacciano il territorio tra Campoli Alvito e Pescosolido

28 Marzo 2014 0 Di redazione

Ieri nel territorio di Campoli Appennino, Pescosolido e Alvito in Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale D’Abruzzo- Lazio e Molise, sono state inviate in ispezione le unità cinofile del Nucleo Antiveleno del Corpo forestale dello Stato presenti nel Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Al fine di individuare le eventuali esche avvelenate a protezione di esemplari di fauna selvatica protetta quali lupi e orsi, è stato richiesto l’intervento delle suddette squadre cinofile dal Comando Provinciale di Frosinone del Corpo forestale dello Stato sulla base delle segnalazioni del personale forestale del Comando stazione di Sora che negli anni ha ivi accertato la morte per avvelenamento di diversi animali selvatici.
L’uso illegale del veleno è una pratica diffusa in tutta Europa che colpisce animali selvatici e domestici. A tutt’oggi, oltre ad un pericolo per l’uomo e per gli animali d’affezione, rappresenta la più rilevante minaccia per la sopravvivenza di alcune specie selvatiche di interesse comunitario quali orso bruno, lupo e diversi rapaci. Proprio allo scopo di fronteggiare una simile minaccia ambientale è nato il progetto LIFE ANTIDOTO attuato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga in Italia oltre che in Andalusia e in Aragona. Le azioni principali previste dal Progetto sono l’impiego di Nuclei Cinofili Antiveleno (NCA) per la ricerca di bocconi e carcasse avvelenati oltre che la sensibilizzazione della popolazione sulle conseguenze dell’uso illegale del veleno.