Europee, scegliere tra bugiardi, indagati e pregiudicati. Il dilemma degli italiani è: votare o alzare le mani?

20 Maggio 2014 0 Di redazione

di Max Latempa

L’ immagine dell’Italia che arriva all’ appuntamento elettorale per le Elezioni Europee è veramente desolante.
Vivere in questo paese assomiglia sempre più ad un incubo ed il fatto grave è che la sveglia è pure rotta.
Nei venti giorni precedenti alle elezioni, gli italiani hanno dovuto assistere a manovre elettoralistiche ed equilibrismi contabili del governo, impegnato a poter garantire al più presto (cioè prima del voto) 80 euro in più in busta paga ai dipendenti, statali e privati. Perché?
Che senso ha dissanguare le casse statali per andare a premiare chi il lavoro ce l’ha già e soprattutto chi uno stipendio lo ha sempre ricevuto regolarmente?
Gli statali fino ad ora non hanno minimamente subito la crisi perché il loro stipendio è garantito. Che differenza fa per loro se c’è la crisi oppure no?
Anzi, in realtà, hanno potuto beneficiare di sconti e di svendite che in tempo di vacche grasse non avrebbero mai visto. Stessa cosa per i dipendenti delle aziende private in salute: ora hanno addirittura uno stipendio più pesante. Invece rimangono a mani vuote tutti quelli che hanno duramente subito i colpi della crisi e che da molti mesi non sanno più dove sbattere la testa. Disoccupati, licenziati, commercianti, imprenditori, dipendenti di aziende in crisi, lavoratori autonomi.
Molti di questi soggetti addirittura sono in crisi proprio perché avanzano soldi dallo Stato. Ma lo Stato, invece di saldare i debiti, dirotta le risorse su chi in crisi non lo è.
Si tratta di una cosa talmente illogica che risulta nauseante perfino parlarne. Ed infatti non se ne è proprio parlato in questi termini. Si è discusso solo del fatto se ci fosse o meno la copertura finanziaria, ma non della legittimità del provvedimento.
Per molti giorni invece, sui giornali e sulla stampa ammaestrata, ha tenuto banco la vicenda degli scontri tra tifosi ultrà nella finale di Coppa Italia a Roma, con sparatoria e feriti. Il capo ultrà del Napoli, Genny a’ Carogna, è balzato alla cronaca come se fosse il peggior criminale d’Italia. Fiumi di parole si sono spesi sulla vicenda tanto da generare un allarme esagerato. In realtà il 99,9% della popolazione non sarà mai coinvolto nelle faide tra ultrà (che tra l’ altro ci sono sempre state), ma la notizia doveva evidentemente coprire fatti ben più gravi che stavano per succedere: l’arresto dell’ ex ministro dell’ Interno, Claudio Scajola (un fatto gravissimo in un paese dove giudici coraggiosi ogni giorno rischiano la vita indagando su fatti di mafia e camorra), la nuova tangentopoli milanese, con i soliti noti legati ai partiti pescati a rubare questa volta sugli appalti dell’Expo, la fuga di Dell’Utri in Libano, l’ arresto di Paolo Romano, presidente del consiglio regionale della Campania, l’ arresto del faccendiere del Montepaschi e presidente di Federbasket, Minucci, il via libera della camera all’ arresto del deputato PD, Francantonio Genovese.
Tutto questo in soli 20 giorni.
Inoltre si è saputo che Totò Cuffaro, ex Presidente della regione Sicilia, in carcere per mafia, percepisce dallo Stato un vitalizio di 6 mila euro al mese.
Se poi aggiungiamo anche il volgare gestaccio rivolto dal sindaco Piero Fassino ai tifosi del Torino durante la commemorazione per i caduti di Superga (che,cosa ancor più grave, egli ha detto di non aver fatto, salvo essere clamorosamente smentito da immagini che lo inchiodano) ed il fatto che ci sono decine di pregiudicati candidati alle elezioni europee (sparsi qua e là nei vari partiti), si capisce che l’ unico dato veramente interessante per queste elezioni sarà quello relativo all’affluenza alle urne.
Quanti saranno gli italiani ancora complici?