Spesa sanitaria, truffe al servizio sanitario nazionale: denunciati 83 medici

7 Maggio 2014 0 Di redazione

La guardia di Finanza ha coordinato una complessa attività ispettiva volta a tutelare il Servizio Sanitario Nazionale. In particolare, è stata sviluppata un’analisi di rischio su dati forniti dalle strutture sanitarie pubbliche (Aziende Sanitarie Locali ed Aziende Ospedaliere), con il fine di individuare personale della dirigenza medica – autorizzato all’attività libero professionale intramuraria – che avesse indebitamente percepito emolumenti (a titolo di indennità di esclusività, retribuzione di posizione variabile e retribuzione di risultato) in violazione del vincolo del rapporto esclusivo stabilito nei confronti della pubblica amministrazione. L’attività ispettiva ha riguardato 18 regioni e 65 province ed stata condotta dai Reparti territorialmente competenti. L’azione ha permesso di: · segnalare 83 dirigenti medici alla Corte dei Conti per profili di responsabilità per danno erariale, dei quali 48 denunciati anche all’Autorità Giudiziaria per ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato e, in alcuni casi, di peculato per aver gli stessi trattenuto illecitamente somme in realtà spettanti alle aziende sanitarie di appartenenza; · constatare un danno erariale di oltre 5,9 milioni di euro; · proporre sequestri preventivi per equivalente per oltre 2,9 milioni di euro; · richiedere misure interdittive nei confronti di 10 dirigenti medici; · segnalare 33 società e 45 persone all’Agenzia delle Entrate, in qualità di committenti degli incarichi indebitamente conferiti ai dirigenti medici pubblici, con sanzioni per oltre 1.240.000 euro. I comportamenti censurati sono stati realizzati principalmente attraverso: · il mancato rispetto degli obblighi di esclusività delle prestazioni da parte dei dirigenti medici pubblici, autorizzati alla pratica di attività libero-professionale intra moenia, in relazione: – all’assunzione di incarichi extraprofessionali non preventivamente autorizzati dall’Ente di appartenenza; – al contestuale impiego presso altre strutture sanitarie private, già convenzionate con il servizio sanitario nazionale; · l’indebito introito di somme che, proprio in ragione dell’attività libero professionale intramuraria espletata, dovevano essere versate nelle casse della struttura sanitaria pubblica. In particolare, nelle regioni Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Campania e Lombardia sono stati riscontrati i maggiori picchi di irregolarità e, nello specifico: · Lazio: danno erariale pari ad € 1.379.746,27, 14 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 8 denunciati anche alla magistratura ordinaria; · Puglia: danno erariale pari ad € 942.048,20, 9 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 6 denunciati anche alla magistratura ordinaria; · Calabria: danno erariale pari ad € 593.959,81, 2 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 1 denunciato anche alla magistratura ordinaria; · Toscana: danno erariale pari ad € 514.462,78, 6 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 4 denunciati anche alla magistratura ordinaria; · Campania: danno erariale pari ad € 443.098,65, 7 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 3 denunciati anche alla magistratura ordinaria; · Lombardia: danno erariale pari ad € 433.975,72, 9 medici segnalati alla Corte dei Conti, di cui 8 denunciati anche alla magistratura ordinaria.