“Grand Hotel”, i dettagli dell’operazione

17 Luglio 2014 0 Di redazione

La Polizia di Stato mette fine ad un vero e proprio business del mercato della droga arrestando malavitosi che conducevano una vita da Grand Hotel con redditi da indigenti..

Tutto ha inizio il 18 aprile del 2012 quando una trentasettenne romana rimane vittima di un incidente stradale sulla tratta A1 ricadente nella giurisdizione di Frosinone.

Sul posto la Polizia Stradale recupera negli indumenti della donna una dose di cocaina avvolta in un scontrino di un autogrill ed un telefono cellulare.

Partono le indagini dirette dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone, D.ssa Caracuzzo.

Gli investigatori della Squadra Mobile in collaborazione con la Polizia Stradale risalgono al probabile fornitore.

Si tratta di una donna poco più che quarantenne coniugata con un noto esponente di una famiglia di etnia Rom all’epoca detenuto in quanto accusato insieme al fratello di aver ferito nel 2011 a Frosinone a colpi di arma da fuoco il cognato appartenente ad altra famiglia Rom.

Il gesto riconducibile ad un regolamento di conti per affermare la posizione di leadership nel traffico della droga oltre a procurare un’ampia risonanza mediatica ridefinì gli assetti del gruppo criminale.

Le successive indagini hanno confermato la giornaliera attività di spaccio della donna referente di numerosi assuntori di cocaina residenti non solo nel nostro capoluogo ma anche nelle vicinanze della Capitale.

Il puzzle investigativo si arricchisce di nuovi elementi consentendo di risalire ai corrieri e fornitori dell’organizzazione.

Una vera e propria associazione a delinquere che chiama in campo anche la D.D.A. di Roma, nella persona del Sostituto Procuratore Aggiunto Dott. Cascini, ed il coordinamento della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, da sempre in prima linea quando si tratta di associazione di trafficanti di droga che operano a largo raggio.

Due ventenni romani hanno avuto nell’azienda criminale il ruolo di corrieri mentre capo indiscusso dell’organizzazione, operante su Roma, un quarantaquattrenne della famiglia Di Silvio, legato al clan Casamonica per averne sposato una nipote.

Quest’ultimo impegnato a rifornire in modo continuativo famiglie Rom dedite allo spaccio e operanti perlopiù a Frosinone, Venafro ed Avezzano.

Venti le misure restrittive eseguite questa mattina dalla Polizia di Stato nei confronti di appartenenti perlopiù a famiglie Rom, cui si aggiungono altre 11 eseguite nel corso dell’attività investigativa con il sequestro di oltre 800 grammi di cocaina purissima.

Con l’operazione di oggi la Polizia di Stato ha interrotto un redditizio canale di approvvigionamento e distribuzione della droga che operava secondo una precisa regola che avrebbe dovuto garantire un minor indice di rischio: minime quantità di rifornimento con consegne giornaliere.

La capillare attività avviata ha consentito alla famiglia Rom di accumulare un ingente patrimonio caratterizzato anche da prestigiosi e lussuosissimi beni immobili e mobili.

Una vita condotta all’insegna del lusso più sfrenato senza alcuna fonte lecita di guadagno ostentando una inverosimile situazione di indigenza che aveva garantito alle titolari delle holliwoodiane ville anche l’esenzione per le prestazioni sanitarie.

Un capitale considerevole che oggi grazie al sequestro preventivo di due faraoniche ville a Frosinone e Ferentino e di due auto di lusso ha consentito allo Stato di riappropriarsi di quanto indebitamente ottenuto come provento di illecita attività.