Raccolta e smaltimento rifiuti, la A.S.La. Cobas denuncia: “In due anni persi 500 posti in provincia di Frosinone”

22 Luglio 2014 0 Di redazione

Dal sindacato A.S.La. Cobas riceviamo e pubblichiamo.

Anche in provincia di Frosinone il settore degli appalti di servizi di igiene ambientale,  per intenderci quello che riguarda attività di raccolta e smaltimento rifiuti, sta subendo gli effetti della crisi.

Le imprese  hanno  perso negli ultimi due anni, in provincia di Frosinone, circa 500 posti di lavoro, passando da 8.000 a circa 7.500 addetti,  distribuiti su una platea di circa 10 grandi aziende e circa una cinquantina  di medio-piccole realtà.

La maggior parte dei posti persi interessa , giovani e meno giovani, con una discreta presenza di immigrati che per mancanza di occupazione hanno lasciato l’Italia per raggiungere le famiglie di origine o le reti familiari in altri paesi europei.

I dati, pervenuti da uno studio di settore dell’A.S.La COBAS di Frosinone, a cura di Luigi Perduti, Responsabile per il comparto Igiene Ambientale e Sanità Privata del sindacato, ci dicono anche di un aumento del contenzioso, oltre il 1.000% delle procedure di obbligazione solidale esperite negli ultimi 3 anni per recuperare retribuzioni dovute e non pagate ai Lavoratori!

Un settore quello dell’ igiene ambientale i che soffre sia per calo di prestazioni che di occupati.

E non aiutano le  normative introdotte nel “Decreto del Fare” del Governo Letta e nel testo di legge su Iva e Lavoro (DL 76/2013).

“Nel Decreto del Fare si fa solo un mezzo passi avanti a tutela dei  Lavoratori degli appalti di servizi pubblici”.

E’ vero che viene re-introdotto l’obbligo di aggiudicazione in appalto al netto del costo del lavoro e della sicurezza (introdotto nel luglio 2011 dal Governo Berlusconi, poi abrogato dal decreto Salva-Italia del Governo Monti a fine 2012). Tale obbligo garantisce certo una maggiore tutela per il lavoro, rimandando implicitamente all’applicazione del contratto nazionale di riferimento. “Però si applica solo nei casi di aggiudicazione di appalti con il criterio del massimo ribasso, mentre  la maggior parte degli appalti pubblici di raccolta rifiuti solidi urbani vengono aggiudicati con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.

Ma la norma che ha maggiori effetti negativi per i lavoratori del settore è quella contenuta nel Decreto Iva e Lavoro, che di fatto esclude la responsabilità in solido dell’appaltatore in caso di pubbliche amministrazioni.

“Le conseguenze di questa normativa ha effetti deleteri sui lavoratori .Si intende dire che il committente pubblico non può essere chiamato a rispondere in solido dei debiti dell’appaltatore, per cui se il lavoratore in appalto non viene giustamente e correttamente retribuito dal proprio datore di lavoro, non può agir nei confronti del committente (sia esso il Comune o la provincia, o il Ministero o altro ente pubblico) per recuperare quanto dovuto, sia come retribuzione che come oneri previdenziali”.

“L’intento del legislatore è certo quello di eliminare, con tale norma, parecchi contenziosi agli Enti pubblici, ma è altrettanto certo che a farne le spese sono più di tutti i lavoratori degli appalti!”

La Pubblica Amministrazione è il peggior pagatore in assoluto. Il debito della PA è oggi di circa 90 mld di euro, e solo 10 mld sono stati sbloccati rispetto ai 20 mld promessi dal Governo Monti in poi. E’ alto il rischio di imprese che chiudono perché impossibilitate a recuperare i propri crediti, così come è evidente – anche in proivincia di Frosinone – l’aumento esponenziale del contenzioso da parte dei lavoratori che “si imbarcano in infiniti e infruttuosi percorsi vertenziali”

L’A.S.La COBAS  giudica inutili anche le nuove norme anti-crisi introdotte sempre nel Decreto del fare che prevedono (in via transitoria sino al 31.12.2014) l’anticipo da parte dell’Ente pubblico appaltante, del 10% dell’importo contrattuale in favore dell’appaltatore, “poiché tale anticipo si applica solo agli appalti di lavori e non a quelli di servizi” .

Per quanto poi riguarda l’istituzione di una sorta di White List delle aziende del settore con l’introduzione del cosiddetto AVCPass (un passaporto virtuale che comprova i possesso di un’impresa dei requisiti di partecipazione alla gara d’appalto), mancano però nel Decreto le istruzioni operative che ne consentano la pratica immediata e l’implementazione dei sistemi informativi e documentali.