Ironia, delicatezza ed i ritmi blues e swing dei ‘classici’ della melodia napoletana con Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana al “Baden Powell”

8 Agosto 2014 1 Di Felice Pensabene

Con ironia e delicatezza, Renzo Arbore sa come scatenare il suo pubblico. Lo ha fatto nel mondo con l’Orchestra Italiana, in tv ed ovunque abbia portato il suo show. Ieri sera, al parco “Baden Powell di via Verdi, ha dato prova di un talento ineguagliabile che ha trascinato il pubblico di Cassino accorso all’area dell’ex campo boario in ogni ordine di posti. La sua esibizione è stata un tripudio generale, tra applausi e standing ovation e finale a ritmo di “Cacao Meravigliao”, “Il materasso”, “Luna rossa”, “Tanto pe’ cantà” da lui solo “mimata” e cantata da tutto il pubblico perché: “Ie nun c’hà faccio chiù…”. Il concerto è iniziato con il ricordo e l’omaggio ad un grande artista della musica napoletana, Roberto Murolo, con “Reginella”, ed ispirato ai grandi maestri della scuola napoletana, come Renato Carosone, con una sintesi del loro repertorio sentimentale e umoristico. Partito dal modello un po’ naif delle orchestre napoletane, quelle dei primi del ’900, dove le voci ricche di pathos dei cantanti si sposavano con i ritmi coinvolgenti delle strade di Napoli, Arbore si diverte a sperimentare originali contaminazioni con alcune sonorità e ritmi: rock, blues, country, reggae, sudamericani. Una grande orchestra con musicisti fra i più importanti nel panorama italiano. Lo show di Renzo Arbore, di ieri, non è stato solo musica, ma anche brandelli di racconti raccolti in giro, ma soprattutto del suo amico Luciano De Crescenzo, a cui si è ispirato, considerando anche la “propria età che avanza”, per dar vita a quella che lui stesso ha definito un’associazione particolare, “Amnesy International”. Suggestivi i ricordi anche degli altri grandi del panorama musicale partenopeo, come Totò, con “ Mala femmina”, da Renzo magistralmente interpretata, ed italiano come il suo conterraneo pugliese, Domenico Modugno, con una versione swing di “Piove, piove”. La sua musica mista di blues, jazz e swing ha visto lo showman in piena simbiosi con il pubblico di Cassino che ha cantato con lui tutti i brani del suo repertorio, compresi quelli rielaborati in chiave swing di Natalino Otto e Renato Carosone. Tre ore circa di musica per tutti i gusti e uno spettacolo coinvolgente non solo per i ritmi musicali ma anche per le gag con i componenti dell’ Orchestra e le voci calde, potenti dei quindici talentuosi musicisti: “…all stars”, come lui ama definirli, tra cui spiccano l’appassionato canto di Gianni Conte, la seducente voce di Barbara Buonaiuto, quella ironica di Mariano Caiano e i virtuosismi vocali e ritmici di Giovanni Imparato. E poi ancora: la direzione orchestrale e il pianoforte di Massimo Volpe, le chitarre di Michele Montefusco, Paolo Termini e Nicola Cantatore, la fisarmonica di Claudio Catalli, le percussioni di Peppe Sannino, la batteria di Roberto Ciscognetti, il basso di Massimo Cecchetti e, dulcis in fundo, gli struggenti e festosi mandolini di Nunzio Reina,Gennar Petrone e Salvatore Esposito. Il sound del sud, dopo Pino Daniele, ancora una volta protagonista sul palco di Verdevento, Renzo Arbore, ieri sera, ha sicuramente confermato, a ragione, il riconoscimento di autentico “ambasciatore” della musica e della cultura “italiana” nel mondo.
F. Pensabene
Foto: redazione Il Punto a Mezzogiorno

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