Dipendenti della Provincia di Chieti nei guai, ufficialmente al lavoro ma impegnati con mezzi pubblici in lavori privati

26 Settembre 2014 0 Di redazione

Un caposquadra e due suoi sottoposti, tutti dipendenti dell’amministrazione provinciale di Chieti, sono finiti indagati per i reati, a vario titolo, di truffa e peculato. Il caposquadra C.M., di anni 51, sesso maschile, di Atessa, è stato arrestato e gli sono stati concessi i domiciliari, gli altri due D.B. B., di anni 48 di Casalbordino, e T.B., di anni 59 di Casoli, sono stati denunciati. Tutti e tre gli indagati operano nel settore viabilità e manutenzione stradale.
Le indagini, coordinate dal Pubblico Ministero Rosaria Vecchi (nella foto insieme al procuratore Capo Francesco Menditto) e condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri con la collaborazione della Sezione di P.G. della Polizia di Stato della Procura di Lanciano, nel corso delle quali sono stati effettuati servizi di osservazione, perquisizioni e sequestri presso Uffici della Provincia di Chieti, intercettazioni telefoniche, riscontri documentali, escussione di persone informate sui fatti ed altro, hanno evidenziato quanto gli estremi della truffa aggravata continuata in concorso tra C.M. con funzioni di caposquadra, e D.B. B. e T. B. suoi collaboratori e per le mansioni da questi svolte pubblici ufficiali, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con artifici e raggiri consistiti nel sottrarsi fraudolentemente allo svolgimento del regolare servizio, profittando della materiale disponibilità di mezzi di proprietà della Provincia dagli stessi detenuti per ragioni del loro ufficio, e della possibilità di non recarsi in ufficio al mattino per prendere servizio, svolgevano attività estranee al loro servizio, inducendo in errore la Pubblica Amministrazione sul regolare svolgimento del loro turno di servizio, così procurandosi un ingiusto profitto pari alla retribuzione relativa alle giornate di servizio falsamente espletate in Atessa dal 13 al 25 marzo 2014. Il reato di Peculato in concorso in concorso si è configurato perché i tre, avendo per ragioni del loro ufficio la disponibilità di mezzi di proprietà della Provincia di Chieti e del relativo carburante, se ne appropriavano adoperandoli per ragioni estranee al servizio in Atessa dal 13 al 24 marzo 2014;
La Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici si è configurata per il caposquadra in quanto C.M. avrebbe redatto nell’esercizio delle sue funzioni di pubblico ufficiale un atto (rapporto delle presenze relative al mese di marzo 2014) attraverso il quale attestava falsamente di aver usufruito nel periodo 10-31 marzo 2014 di giornate di congedo ordinario; con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di procurarsi l’impunità del reato di truffa aggravata.-Lo stesso reato è stato ipotizzato anche per D.B. B. e T.B. per aver entrambi redatto nell’esercizio delle loro funzioni di pubblici ufficiali un atto (rapporto delle presenze relative al mese di marzo 2014) attraverso il quale attestavano falsamente che il giorno 15 marzo 2014 erano impegnati in un servizio di manutenzione stradale, laddove si accertava che, unitamente al caposquadra C.M., adoperavano un mezzo di proprietà della Provincia di Chieti, per effettuare il trasporto di cose di loro proprietà; con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di procurarsi l’impunità per il reato di truffa aggravata.
L’ordinanza di applicazione di misura cautelare è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lanciano Massimo CANOSA, su richiesta avanzata dal P.M. titolare delle indagini.