Retribuzioni personale comparto sicurezza, difesa e soccorso: incontrato con il Sottosegretario all’Economia e Finanze

12 Settembre 2014 0 Di redazione

Dal Co.Ce.R. della Guardia di Finanza riceviamo e pubblichiamo:
Il Co.Ce.R. della Guardia di Finanza ha incontrato in serata il Sottosegretario all’Economia e Finanze on. Pier Paolo Baretta, affrontando il tema dell’eventuale introduzione di un nuovo tetto salariale per le retribuzioni del personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico.
Nel corso dell’incontro il Co.Ce.R. ha rimarcato l’esigenza di evitare, nel modo più assoluto, che ciò accada, portando a sostegno delle proprie tesi le seguenti argomentazioni:
la specifica dinamica di funzionamento delle amministrazioni di polizia, militari e dei vigili del fuoco, è inconciliabile con il blocco del tetto salariale poiché fissa per ciascun dipendente come limite massimo di retribuzione quello percepito nel 2010, senza tener conto delle progressioni di carriera, delle maggiori mansioni svolte o della maggiore quantità di lavoro prestato;
l’estrema iniquità di tale misura, sia interna che esterna rispetto al comparto; atteso che con la stessa il 30% del personale – circa il 5% del totale dei dipendenti pubblici – vedrebbe tagliata nuovamente nel 2015 la propria retribuzione di oltre 1 miliardo di euro complessivamente;
la necessità di assicurare una soluzione definitiva e strutturale al problema, considerata anche la possibilità concessa al comparto scuola di sanarne addirittura le posizioni relative alle annualità pregresse (vgs. Art. 8, comma 14, D.L. 78/2010 e C.C.N.L. 13 Marzo 2013 e 7 Agosto 2014);
la non uniforme e corretta applicazione del tetto da parte di tutte le amministrazioni (come avvenuto in questi anni invece per il comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico), circostanza questa che ha indotto il Governo ad introdurre la disposizione di cui all’art. 4, D.L. n. 16/2014, con la quale si prevederebbero addirittura recuperi a carico del personale delle regioni e degli enti locali;
la evidente incostituzionalità della reintroduzione del tetto in quanto reiterazione di una misura lesiva del principio di uguaglianza, che perderebbe a questo punto qualsiasi carattere di eccezionalità e temporaneità, senza considerare che la stessa ha già prodotto, nei confronti degli interessati, danni permanenti sul piano pensionistico;
l’evidente contraddizione fra l’asserita volontà del Governo di premiare il merito e l’introduzione di un nuovo blocco, che colpirebbe, ancora una volta in misura maggiore, i più giovani e meritevoli.
Il Co.Ce.R. ha altresì ribadito l’esigenza che il Governo rispetti quanto scritto nel Documento di Economia e Finanza, secondo cui il venir meno del tetto salariale è compensato dall’entrata a regime delle misure di contenimento del costo del lavoro pubblico introdotto con la legge di stabilità del 2014 (riduzione della dotazione per il trattamento accessorio e non rivalutazione dell’indennità di vacanza contrattuale).
Pertanto, qualora il tetto fosse riproposto, determinerebbe un doppio taglio a carico delle retribuzioni del personale colpito dagli effetti del provvedimento.