Indagine della Guardia Costiera, tre depuratori su quattro nel Golfo di Gaeta non sono in regola

23 Ottobre 2014 0 Di redazione
Nell’ambito delle deleghe in materia di tutela ambientale conferite dalla Procura della Repubblica di Cassino, i militari della Guardia Costiera di Gaeta, unitamente agli agenti della Polizia Provinciale di Latina hanno portato a termine nei giorni scorsi una complessa attività di indagine sul funzionamento e la corretta gestione dei depuratori nell’area del Golfo.

Situazione già monitorata da tempo dalla Guardia Costiera di Gaeta e dalla Polizia Provinciale di Latina, ha richiesto particolare attenzione investigativa anche in ragione del fatto che, con delibera della Regione Lazio, le acque del Golfo di Gaeta sono state incluse fra le aree marine sensibili ai sensi della Direttiva 91/271/CEE del 21 maggio 1991 e del D.lgs. 3 aprile 2006, n.152.

Il controllo delle strutture pubbliche destinate a raccogliere i reflui di scarico di civili abitazioni ed attività produttive rappresentano il terzo filone di indagine, dopo quello eseguito nei confronti delle strutture sanitarie e cantieristiche che hanno portato, per quelle risultate non a norma, la denuncia all’Autorità giudiziaria.

Quattro i depuratori ispezionati, mediante sopralluoghi effettuati con l’ausilio di personale dell’Arpa Lazio: comune di Santi Cosma e Damiano (località Porto D’Arzino); comune di Formia (località Mamurano); comune di Minturno (località Pantani); comune di Gaeta (località Arzano).

I prelievi sono stati eseguiti nelle scorse settimane utilizzando i campionatori automatici presenti presso gli stessi impianti. Dai riscontri operativi e dalle analisi compiute, l’unico depuratore in regola, secondo i parametri prefissati dalla legge per gli scarichi a mare, è risultato essere quello di Santi Cosma e Damiano.

Durante lo svolgimento dell’intera l’attività d’indagine sono state riscontrate immissioni irregolari di acque parzialmente depurate in mare a danno dell’ecosistema marino. Le analisi di laboratorio svolte dall’Arpa Lazio hanno registrato, negli altri casi, il superamento dei valori tabellari previsti.

Si è dunque provveduto a deferire alla competente Procura di Cassino il legale rappresentante del gestore idrico per la non corretta gestione dei depuratori, che ha provocato la conseguente immissione in mare di acque non opportunamente depurate secondo le normative di carattere ambientale. Sono in corso le procedure per la diffida al gestore a ripristinare tutte le condizioni di sicurezza ambientale previste dalla legge.