Duplice omicidio nella cava di Coreno, Di Bello esce dal coma. Presto la sua verità

14 Novembre 2014 0 Di redazione

Migliorano le condizioni di Giuseppe Di Bello e si avvicina il momento in cui potrà raccontare la sua versione dei fatti di quella sparatoria che lo ha visto ferito, attinto da sei proeittili, e durante la quale avrebbe ucciso i fratelli Amilcare e Giuseppe Mattei.

pino e amilcare

Di Bello è uscito dal coma e dal reparto di terapia intensiva dell’Umberto I di Roma dove è ricoverato, ed è stato trasferito oggi nel reparto di degenza sempre, ovviamente, piantonato dai carabinieri. Il 39enne di Coreno Ausonio è in stato di arresto per duplice omicidio, furto aggravato e porto abusivo di arma da fuoco per i fatti avvenuti nella notte tra il 6 e il 7 novembre all’interno della cava di Coreno di proprietà dei Mattei. Di Bello è stato a lungo in fin di vita. Adesso le sue condizioni sono nettamente migliorate ma è ancora in prognosi riservata. Ciò nonostante potrebbe essere pronto per essere ascoltato dal magistrato della procura di Cassino che indaga sulla vicenda. Intanto da oggi, sono cominciate le audizione delle persone informate sui fatti; i parenti, gli amici, gli operai che hanno trovato per primi i cadaveri e il ferito. Sulla vicenda gli inquirenti peguono la pista del furto di gasolio finito male, con il ladro, Di Bello, scoperto dai propeitari, i Mattei, che ben presto dopo la lite, avrebbero ingaggiato il conflitto a fuoco. Escludono, inoltre, che siano coinvolte altre persone oltre ai tre. Di indizi che lasciano credere che vi fossero altre persone, però, ce ne sono. Innanzitutto le taniche, due da 25 litri ciascuna, che sarebbero servite per trasportare il bottino gasolio fuori dalla cava, le due torce elettriche rinvenute sul luogo della sparatoria che, secondo i familiari, non appartenevano ai Mattei. Eppoi l’inspioegabile circostanza del fuoristrada con cui le due vittime sono arrivate nel luogo della sparatoria. Quindi non di soppiatto prendendo di sorpresa il Di Bello, ma annunciati dal rumore del motore e forse anche dai fari. Eppoi, come mai un ladro di gasolio se ne va in giro armato di  una pistola? Un’altra domanda a nostro avviso pertinente è: perché i Mattei, certi che nella cava vi fosse un ladro hanno deciso di muoversi in autonomia senza chiamare i carabinieri. L’indagine è ancora lunga ma forse, qualcosa di interessante, potrebbe arrivare dalle perizie balistiche.

Ermanno Amedei