Sparatoria nella cava di Coreno, confermata l’ipotesi del furto di gasolio

8 Novembre 2014 0 Di redazione

Sarebbe stato un tentativo di furto di gasolio dai mezzi d’opera della cava finito male alla base del fatto di sangue di ieri mattina che ha visto la morte dei fratelli Giuseppino e Amilcare Mattei, proprietari della cava e del grave ferimento di Giuseppe di Bello, il 37enne ricoverato in gravissime condizioni all’Umberto Primo, arrestato con l’accusa di duplice omicidio e porto illegale di arma da fuoco. I carabinieri che indagano sul caso hanno stabilito che questa, e non altre, quali ad esempio i dissidi di confine, è la pista più probabile per spiegare l’accaduto. I fratelli Mattei, da tempo, subivano furti di gasolio dai caterpillar e per questo avevano installato tra le rocce, vicino ai mezzi, una “trappola di immagini”. Una macchina fotografica notturna dotata di un sensore di movimento che scattava foto non appena qualcuno passasse davanti, inviandole ad un cellulare impostato precedentemente. A mezzanotte di giovedì sarebbero arrivate delle foto e i due fratelli, che avevano un porto d’armi, sono usciti per verificare le foto che avevano ricevuto dallo strumento senza fare più ritorno. I parenti avevano provato a chiamarli più volte anche in piena notte senza avere risposte dai telefonini. Poi, all’alba, il ritrovamento dei corpi e del ferito. Ad accalarare l’ipotesi del furto di gasolio, il ritrovamento di due taniche di plastica, un tubo di gomma di due litri, e 22 bossoli esplosi, 15 dalla pistola di Amilcare, tre da quella di Giuseppe e 4 da quella del Di Bello. In queste ore si stanno svolgendo le autopsie sui corpi dei due feriti.