Vola con i falchi, si lancia con il parapendio seguito dai suoi rapaci

10 Novembre 2014 0 Di redazione

E’ una squadra di volo anomala quella costituita da Jenny, Jimmy, Luna-Shiem ed Elvio, molto disomogenea ma decisamente affascinante. I primi tre sono falchi harris, originari del centro America, appartenenti alla      famiglia delle poiane, Elvio, invece, è un pensionato 75enne appassionato di parapendio.

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Uomo e falchi volano insieme già da quasi quattro anni anni e con risultati incredibili. Elvio Bernardi vive a San Clemennte, in provincia di Rimini, in una zona in cui non mancano colline da cui spiccare il volo. Padre di quattro figli, Istruttore di scuola guida in pensione, a 68 anni, quando ha smesso di lavorare, ha trovato il tempo per realizzare parte del suo grande sogno: volare con il parapendio. “Circa dieci anni prima, mentre ero su una pista da sci, ho visto un uomo salire fin dove ero io, aprire lo zaino, tirare fuori una vela, aprirla e dopo due o tre passi era già in volo. Mi sono detto, questo lo devo fare anche io. Circa dieci anni dopo, non appena pensionato, ho preso il brevetto di volo libero senza motore ed è stato bellissimo”. A 68 anni ha staccato i piedi dal suolo. “Quando sono lassù – spiega – provo sensazioni indescrivibili. Sento un grande senso di liberta, di gioia infinita che mi porta fuori dalla realtà. Nel silenzio assoluto, in armonia con l’universo. Tutti i sensi sono appagati”. Ma evidentemente si prova anche una gran voglia di condividere quelle sensazioni e per questo Elvio Bernardi ha deciso di trovare compagni di volo speciali e sono arrivati, quindi, Jenny, Jimmy e Luna-Shiem. “Sono due maschi ed una femmina – spiega sorridendo – Jenny, infatti, inizialmente sembrava una femmina ma si è rivelata poi un maschio. Il nome mi piaceva e ho continuato a chiamarlo così. A lui non dispiace”.

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E’ incredibile vedere cosa fanno insieme. Quasi tutti i giorni, o comunque quando il tempo glielo permette, salgono sulla prima collina che hanno a disposizione, due passi per far gonfiare la vela e decollano alla ricerca delle correnti per salire di quota e lì sopra i falchi lo raggiungono adoperandolo come appoggio volante, atterrando su di lui. “Sono certo che a loro piace volare con me – dichiara Bernardi – Se non fosse altro perché è comodo. In volo loro si appoggiano su di me, su testa, spalle o sulle gambe e volano senza stancarsi, senza avere la necessità di tornare a terra per riposarsi. Anche per loro deve essere una bella esperienza che i loro simili non provano. Sono animali intelligentissimi, i più intelligenti tra i rapaci e sono certo che apprezzano quello che facciamo insieme”. La loro convivenza è cominciata circa quattro anni fa, quando Elvio ha realizzato un’altra sua passione, quella della falconeria. I falchi gli sono stati regalati da amici. “Erano ancora pulcini e ho provveduto ad allevarli e a cibarli con tantissimo amore imbeccandoli con pinzette ogni tre ore. Nel giro di due mesi hanno tirato fuori le piume ed hanno iniziato a volare. Lì è cominciato l’addestramento alla falconeria, o meglio, allo stare insieme all’uomo, a volare e a tornare sul suo pugno ad ogni richiamo”. A dargli consigli è stato un vero esperto di falconeria, Gugliemo Ventimiglia. “Guglielmo mi ha spiegato che posso insegnare tutto ai falchi, ma non a volare e a cacciare perché in questo sono maestri dalla nascita, quindi sono loro ad insegnare a me. Guardandoli bene ho capito delle cose che mi permettono di volare meglio”.

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Dopo sei mesi di tentativi hanno iniziato a volare insieme ma non è stato facile. “E’ stato complicato far vincere loro la paura della vela. Quando la gonfiavo loro scappavano, strillavano terrorizzati pensando che fosse un grande uccello e che potesse aggredirli. Dopo sei mesi, hanno iniziato a venirmi dietro mantenendosi però a distanza. Quando atterravo mi raggiungevano. Finalmente, con tanta pazienza e lavoro, hanno preso coraggio e si sono avvicinati sempre di più. Alcune volte incespicavano alle funi del parapendio, ma poi sono diventati esperti e non è più accaduto. Adesso volano, non solo vicini, ma posandosi su di me mentre volo. Ormai sono uno del gruppo e anche che non volo bene come loro, dimostrano di avermi comunque accettato nello stormo”. Volare, però, non è un gioco. “Il parapendio è uno sport a tutti gli effetti. Purtroppo se ne parla solo quando accadono incidenti facendolo sembrare un’attività pericolosa. Non è così. Ci sono delle regole che vanno rispettate altrimenti, allora si, sono guai”. A 75 anni, quindi, Elvio ogni giorno decolla, guai a dire si lancia, con il suo parapendio e i suoi falchi. “Intendo volare fino a quando avrò le forze di fare quei due e tre passi di corsa necessari per gonfiare la vela e decollare”.

Ermanno Amedei