Concluso il convegno “Il Femminicidio e i suoi meccanismi”

15 Dicembre 2014 0 Di Felice Pensabene

Femminicidio un fenomeno in preoccupante crescita e che non conosce sosta, un delitto orrendo che trova riscontro quotidianamente nelle cronache e che ha il suo habitat quasi sempre fra le mura domestiche. Quasi sempre compiuto da mariti, compagni che riversano le loro frustrazioni per una separazione, per la fine di un matrimonio o di una relazione, oppure semplicemente per il rifiuto delle ‘avances’ come nel caso dell’ultimo episodio che ha visto la tragica fine di Gilberta Palleschi. Un fenomeno che coinvolge troppo spesso anche i figli, che li trascina incolpevoli in quella spirale di morte. Nella metà dei casi, la donna muore strangolata o a causa delle percosse. Una su tre viene uccisa dopo aver scelto di lasciare il proprio partner. Ma il segnale nuovo del rapporto della banca dati Eures è il forte aumento dei matricidi, compiuti “anche per effetto del perdurare della crisi”, ovvero per ragioni di denaro o per un’esasperazione dei rapporti in seguito a convivenze imposte da necessità. I dati forniti sono terribilmente drammatici. Sono, infatti, 23 le madri uccise nell’ultimo anno, pari al 18,9% dei femminicidi familiari. Dando uno sguardo generale al fenomeno, sono stati 179 quelli registrati nel 2013. Rispetto alle 157 vittime del 2012, l’anno scorso le donne uccise sono aumentate del 14%. Un anno nero, con la più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia, in pratica una ogni due giorni. In 7 casi su 10 il fenomeno si è consumato all’interno del contesto familiare, una costante nell’interno periodo tra il 2000 e il 2013 (70,5%). “Inadeguata – secondo Eures – la risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto delle donne “, visto che nel 2013 più della metà delle future vittime (il 51,9%) aveva segnalato o denunciato le violenze subite. Di questo si è discusso nel convegno “Il Femminicidio e i suoi meccanismi” tenutosi ieri mattina a Mignano Montelungo, organizzato in collaborazione con l’Associazione “A. Legaccio” di S. Elia Fiumerapido e la Banca di Credito Cooperativo Alto Casertano e Basso Frusinate. Grande la partecipazione di pubblico e di ospiti che hanno voluto dare il loro contributo di idee e di proposte per eliminare questo triste e drammatico fenomeno.
L’introduzione ai lavori del convegno è stata affidata alla d.ssa Federica De Spagnolis, consigliere BCC, che ha spiegato il progetto e le finalità che si intendono perseguire e moderati dalla d.ssa Donatella Galardo, da sempre attenta e sensibile ai problemi sociali del territorio.
I relatori, nei loro interventi hanno ribadito la necessità di mantenere alta l’attenzione su un tema così drammaticamente attuale. In particolare Marisa Del Maestro, psicologa, ha evidenziato l’esigenza della prevenzione integrata e il lavoro delle Istituzioni e dei centri Antiviolenza; Angela Nicoletti, giornalista, e Rossella Moscatiello, assistente sociale, che hanno spiegato il ruolo fondamentale a sostegno delle vittime. Daniela Panaccione, psicologa e psicoterapeuta, e Antonio Felice Fargnoli, A.Ge.Cassino, psicologa e psicoterapeuta, con il “gioco della relazione” hanno evidenziato la circolarità fra vittima e carnefice.
Gli interventi dell’avv. Sandro Salera e quello della prof.ssa Fiorenza Taricone; docente di Storia delle Dottrine Politiche-referente rettorale pari opportunità-Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale hanno trattato della loro esperienza professionale nelle problematiche reali del fenomeno.
Particolarmente significativo il coinvolgimento degli alunni delle scuole secondarie di primo grado di Mignano M.L., che hanno espresso il loro pensiero attraverso “l’Albero della riflessione”. Premiate le frasi più emozionanti. Una manifestazione, quella di Mignano che ha voluto dare un contributo forte, un grido di speranza a tutte le donne che subiscono quotidianamente la violenza, fisica e psicologica, dei loro partner. A non lasciarsi sopraffare dalla paura di denunciare questo drammatico fenomeno, ma anche un invito alle Istituzioni, che non lascino sole quelle donne che trovano il coraggio di ribellarsi ai soprusi e alle violenze.
F. Pensabene
Foto a. Ceccon
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