Il Governo vuole tagliare le pensioni e le indennità d’invalidità, ma si dimentica dei privilegi della ‘Casta’!

6 Dicembre 2014 0 Di Felice Pensabene

Che questo governo non sia diverso da quelli che lo hanno preceduto appare sempre più una realtà, specialmente quando si tratta di colpire le categorie sociali più deboli, con la scusa di ‘risanare la spesa pubblica’. Pare, infatti, che stia ipotizzando di ridurre drasticamente la spesa per pensioni di invalidità (circa 280 euro al mese) e per l’indennità di accompagnamento (500 euro al mese). Lo dimostrebbe una dichiarazione, di qualche tempo fa, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, poi puntualmente smentita, rilasciata ad un quotidiano nazionale, secondo cui il Governo ha intenzione di fare “tagli alla spesa pubblica inefficiente. Ci sono tantissimi margini di manovra. Pensiamo ai 12 miliardi sulle pensioni di invalidità e accompagnamento spesi dall’INPS: hanno dei picchi in alcune zone totalmente inspiegabili, se non con il fatto che ci siano degli abusi. Per garantire controlli, equità ed evitare abusi applicheremo l’ISEE». Ancora una volta, dopo il taglio al Fondo per i non autosufficienti, di oltre 400 milioni di euro, ora si sta operando nel solco del governo Berlusconi, quando l’allora ministro dell’economia, Tremonti, peraltro indagato per una mazzetta di vari milioni di euro ricevuta da Finmeccanica, aveva detto che “…un paese non può crescere con oltre due milioni di invalidi…”, come se gli sprechi nel sistema della Pubblica Amministrazione siano da imputare alle pensioni d’invalidità. Già la settimana scorsa la FISH (Federazione italiana per il Superamento Handicap) aveva protestato dinanzi alle insistenti voci sulle intenzioni del Governo in materia di indennità di accompagnamento e di pensioni di reversibilità, secondo cui «un significativo e repentino contenimento della spesa pubblica deriverebbe da interventi di riduzione nell’erogazione delle indennità di accompagnamento, prestazione assistenziale riservata agli invalidi totali e ai ciechi assoluti, non in grado di deambulare o non in grado di svolgere i normali atti della vita» e ancora «le pensioni di reversibilità». Viene da chiedersi se non siano, invece, i privilegi della casta di parlamentari e ministeri, manager pubblici e giri di tangenti a cui questo governo non ha posto rimedio, ad incidere realmente, in misura abnorme sul deficit pubblico. Al sottosegretario Del Rio, bisognerebbe ricordare che esiste, fin dal 1999, la legge N° 68 (la cd Legge Battaglia), che obbliga l’assunzione da parte delle imprese, pubbliche e private, di persone disabili, ma che è totalmente disattesa, anzi che le sanzioni per le suddette imprese oltre ad essere irrisorie, sono da sempre inapplicate nei confronti delle stesse. Ad ogni buon conto, bisogna ricordare al governo che molti imprenditori preferiscono pagare le sanzioni piuttosto che assumere persone disabili. È alquanto grottesco che si invochi l’equità in un quadro di taglio drastico alla spesa pubblica. È bizzarro, ma si potrebbe tranquillamente dire disonesto, che si evochino controlli come se negli ultimi anni non se ne fossero attuati massicciamente (oltre un milione negli ultimi 5 anni). È altrettanto miope che si consideri inefficiente una spesa sociale che è una delle più basse dell’Europa a 25. È di dubbio gusto ricorrere all’ISEE, indicatore che – guarda caso – considera quelle stesse pensioni e indennità come se fossero redditi da lavoro o rendite finanziarie. I linguaggi, gli slogan, i luoghi comuni sono quelli di sempre, dal governo Berlusconi, a quello ‘tecnico’ di Monti, fino a quello attuale, sono quelli già sentiti: le persone con disabilità sono considerate un peso. A questo punto occorre una mobilitazione forte che faccia sentire la voce di chi non vuole elemosine, ma rispetto delle leggi, a partire da quelle che prevedono l’inserimento lavorativo dei disabili a quelle che obbligano lo Stato, le amministrazioni locali all’abbattimento delle barriere architettoniche, ma prima ancora quelle mentali. Occorre ricordare al Governo che i tagli vengano fatti sulle pensioni d’oro, sugli stipendi e sui privilegi di manager pubblici, parlamentari e della ‘Casta’, in genere, sono questi che incidono sulla spesa pubblica in misura di gran lunga superiore a quelle misere pensioni ed indennità dei disabili!
F.Pensabene