Si inabissano nel sottopassaggio a Roccasecca, coniugi morti affogati

4 Dicembre 2014 0 Di redazione

“Come si può morire così?”. È ciò che continuava a ripetersi la gente all’imbocco del sottopassaggio che, da oggi, sarà ricordato a Roccasecca come il sottopassaggio della tragedia. Vittorio Sardelli, 71anni e la moglie Antonia Vendittelli, 63 anni, entrambi di Pontecorvo, poco prima delle 13, stavano percorrendo via Toscana a Roccasecca. La loro Fiat Punto ha imboccato la discesa che conduce al tunnel che passa sotto la stazione ferroviaria per attraversare i binari e spuntare dalla parte opposta. Non hanno visto il semaforo rosso, le transenne, probabilmente erano state spostate, la strada in curva non poteva certo permettergli di vedere l’ostacolo, l’enorme pozza di acqua che si era accumulata nel corso della giornata di ieri. Nel punto più alto il livello era di circa un metro e ottanta. Avrà frenato, Vittorio, ma i pneumatici sul viscido, avranno pattinato. Una volta in acqua, la macchina si sarà spenta, le portiere bloccate dalla pressione idrostatica non hanno permesso alla coppia di aprire le portiere e scappare. Nel frattempo, però, il peso, nonostante le ruote bloccate, ha continuato a spingere l’auto verso il punto più profondo, fino a sommergerla tutta. Moglie e marito avrebbero provato a chiedere aiuto con i cellulari, ma in preda al panico, non hanno saputo spiegare dove fossero. Comunque i soccorsi sono arrivati, vigili del fuoco, sommozzatori, carabinieri, operatori del 118 ma, purtroppo, per i due non c’è stato nulla da fare: sono morti affogati. Si dirà adesso che il semaforo era rosso, che c’erano le transenne, ma se quella gente è finita in quel sottopasso, qualcosa non deve aver funzionato. Una cosa certamente non ha funzionato, la progettazione del sistema per pompare via l’acqua, oppure la manutenzione che ne ha garantito il funzionamento.
Strazianti le urla dei parenti che arrivano dal sottopasso della tragedia dove si sono raccolti intorno alle salme dei coniugi Sardelli. Alcuni colti da malore davanti alle salme sono stati soccorsi dagli operatori sanitari. “Due persone innocenti che non c’entrano niente, è uno schifo, chi me li ridà più” ha urlato il figlio ricordando che il problema del sottopasso allagato esiste da tempo e non si trova soluzione.
“Cinque anni fa è capitato anche a me di rimanere bloccata nell’acqua” dichiara Angela Colozzi, 54 anni di Pontecorvo mentre, bloccata sulla strada di casa in via Toscana, la strada che si infila nel sottopasso allagato, luogo della tragedia, assiste alle operazioni di soccorso. “Io e mio genero stavamo tornando a casa a Pontecorvo così come stavano facendo loro, (le vittime – ndr) quando la nostra macchina è rimasta improvvisamente avvolta dall’acqua che saliva sempre più velocemente. Facemmo appena in tempo ad uscire e a scappare e l’acqua ci era gia arrivata alle ginocchia. Adesso, quando piove, qui non ci passo più”.
Una scelta che avrebbero fatto anche Vittorio e Antonia se solo la sorte avesse lasciato loro margini di sopravvivenza. Le loro salme sono state restituite alla famiglia e trasportate nella loro abitazione in via Ravano al confine tra Pontecorvo e Pignataro. Domani alle 15, nella chiesa di Sant’Ermete a Ravano di Sopra si svolgeranno i funerali.
Ermanno Amedei


Foto Antonio Nardelli