Vicenda Acea il sindaco Petrarcone: “Il comune fa ricorso al consiglio di stato”

29 Dicembre 2014 0 Di redazione

“Ho constatato che in questi giorni i soliti detrattori dell’Amministrazione – gli uccelli del malaugurio che godono solo quando le cose vanno male – si sono scatenati sui vari media contro la mia persona per la mancata costituzione in giudizio al Tar di Latina per la causa iscritta a ruolo dalla società idrica Acea Ato5 volta a chiedere la consegna degli impianti idrici ed un risarcimento dei danni. Taluno ha messo in dubbio anche la mia onestà facendo supposizioni di presunti accordi con Acea Ato5 in danno dei cittadini. Ebbene voglio rispondere a queste persone che il Comune di Cassino è stato l’ente promotore di un’assemblea dei Sindaci, cui hanno aderito altri 33 Comuni della provincia di Frosinone, che ha approvato una proposta di risoluzione del contratto della convenzione d’ambito con Acea Ato5 Spa, con l’obiettivo di tornare ad una gestione interamente pubblica di un bene fondamentale come l’acqua. Come Sindaco mi sono sempre opposto ad una gestione privata del servizio idrico e tutti sanno le battaglie – nell’ambito dell’Assemblea dei Sindaci della Provincia ho votato più volte per la risoluzione del rapporto con Acea – che ho fatto, a volte purtroppo anche da solo, contro Acea. La questione Acea parte dal 1997 quando, a seguito della costituzione degli ambiti territoriali, venne fatta una convenzione con l’amministrazione provinciale, i comuni della Ciociaria ed Acea Ato 5 per la gestione di tutti gli impianti idrici della provincia di Frosinone che prevedeva anche la consegna al gestore di tutti gli impianti idrici. Le strategie per contrastare la privatizzazione sono pertanto di due tipi, una politica e una giuridica. Sul piano politico, la mia amministrazione è sempre stata convinta che l’acqua sia un bene comune. Mi riferisco nello specifico alla delibera di Consiglio Comunale, approvata nel marzo 2012, attraverso la quale si è proceduto alla modifica dello Statuto Comunale e che ha visto l’inserimento del principio dell’acqua, intesa come bene comune, non demandabile ai fini del profitto privato. Un percorso che parte lontano e che nel settembre 2012 ha visto un secondo provvedimento in base al quale il Comune di Cassino, insieme ad altri 20 comuni del Lazio, ha approvato una proposta di Legge Regionale volta alla ripubblicizzazione del servizio idrico. Il Comune di Cassino, per la sua particolare vocazione idrica, si è sempre opposto alla consegna dei propri impianti ad Acea e negli anni si sono susseguite diverse battaglie legali contro la società, che hanno visto più volte il Comune soccombente. Sotto la mia amministrazione nel 2013 il Comune di Cassino era riuscito dinanzi al Consiglio di Stato a ribaltare una sentenza del Tar che obbligava l’amministrazione comunale a consegnare gli impianti ad Acea scongiurando, nel contempo, anche il pagamento di 12 milioni di euro che la società idrica vantava a titolo di risarcimento dei danni per il mancato utilizzo degli impianti. Dal punto di vista giuridico-processuale purtroppo la situazione è delicata, avendo appreso di altre pronunce favorevoli ad Acea, come per esempio è avvenuto recentemente nel Comune di Atina. In ogni caso la mancata costituzione dinanzi al Tar è stato un errore di cui dovranno rispondere i responsabili. Mi assumo la responsabilità politica di questo episodio, ma non quella amministrativa. Per questo ho chiesto un’indagine interna volta a verificare eventuali responsabilità da parte di chi doveva verificare l’avvenuta costituzione in giudizio a seguito della quale verranno presi di conseguenza gli opportuni provvedimenti. Voglio, tuttavia, rassicurare tutti i cittadini che l’Ente non incorre in nessuna preclusione, potendo sostenere le nostre difese dinanzi al Consiglio di Stato, massimo organo della Giustizia Amministrativa. Per tali motivi abbiamo già affidato all’avvocato Francesco Caputo la stesura dell’appello. Crediamo fermamente nella necessità, per una maggiore garanzia dei cittadini, di una gestione pubblica dell’acqua e siamo pronti a ricorrere anche alla Corte di Giustizia Europea se sarà necessario.” È quanto emerge in una nota a firma del sindaco di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone.