Assemblea dei sindaci in provincia, proteste dei comitati dell’acqua pubblica

Assemblea dei sindaci in provincia, proteste dei comitati dell’acqua pubblica

9 Marzo 2015 0 Di redazione

Mobilitazione dei comitati a difesa dell’acqua pubblica davanti l’amministrazione provinciale in occasione dell’assemblea dei sindaci presieduta dal presidente Antonio Pompeo. Raggiunto il numero legale l’assemblea ha avuto inizio e i manifestanti sono stati invitati ad entrare nella sala di rappresentanza di palazzo Iacobucci per assistere ai lavori. Accese discussioni tra i sindaci e forti proteste dei cittadini in aula. Le aspettative dei comitati di risolvere il contratto con Acea Ato 5 sono svanite quando dopo una pausa di circa un’ora il presidente Pompeo ha annunciato il rinvio della seduta.

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“Potevano anche esserci i numeri per andare avanti – ha dichiarato il presidente Pompeo – però dopo qualche perplessità esternata da alcuni sindaci della provincia di Frosinone di rivedere questo piano quindi di approfondirlo e di modificarlo in base anche a quelle che sono le esigenze ho ritenuto opportuno ritirare questo punto quindi chiudere l’assemblea”.

antonio-salvati

Dopo 10 anni ancora si discute se Acea debba continuare a gestire un servizio del tutto inefficiente che grava soltanto sui cittadini della nostra provincia – ha dichiarato il sindaco di San Giovanni Incarico Antonio Salvati – noi dobbiamo mandare a casa l’Acea, dobbiamo votare per la risoluzione del contratto e purtroppo ancora una volta alcuni sindaci non hanno voluto, in primis il presidente Pompeo”.

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“Si è tentato un’ultima volta di procrastinare il procrastinabile per tentare di decidere di non decidere, nella sostanza se la prenderanno in saccoccia solo i cittadini – ha dichiarato Mario Antonellis rappresentante Cocida – tra l’altro in maniera del tutto ridicola si è andato a votare un punto all’ordine del giorno che in sostanza dice questo: il piano di investimenti era stato già votato nella quantità economica e nella distrubzione il 14 luglio 2014 adesso si trattava soltantodi cambiare pelle e vestito ai 62 milioni. Per quello che ci riguarda la risoluzione contrattuale non soltanto è un obbligo ma un dovere. Chi non va in questa direzione sta facendo un dolo clamoroso sulle tasche dei cittadini della provincia di Frosinone. In settimana presenteremo un esposto denuncia alla procura della Repubblica e alla procura della Corte dei conti per danni erariali incommensurabili”.

Ant.Nard.