La Vasca Romana di piazza Garibaldi: le precisazioni del sindaco Mancini

La Vasca Romana di piazza Garibaldi: le precisazioni del sindaco Mancini

14 Aprile 2015 1 Di Felice Pensabene

“Così come è stato per la questione scuola voglio fare chiarezza sui lavori della Vasca Romana di Piazza Garibaldi altro tema che sta particolarmente a cuore dei cittadini di Atina.
Procediamo con ordine nell’esposizione dei fatti – così, in maniera caustica e diretta, il sindaco Mancini affronta un altro delicato tema per la sua città, un argomento che ultimamente sta prestando il fianco a numerose e fin troppe strumentalizzazioni politiche, generando confusione e disinformazione: La Vasca Romana di Piazza Garibaldi – eravamo nel 2006 quando, nella centrale Piazza Garibaldi, a seguito di uno scavo archeologico fu rinvenuta un’antica cisterna romana che in un primo momento venne nuovamente interrata in attesa di ricevere il contributo finanziario richiesto alla Regione Lazio atto a valorizzarla. Va evidenziato che gli amministratori dell’epoca fin dalla prima ora si attivarono per la sua ottimizzazione ben consapevoli del notevole valore storico-archeologico venuto alla luce. Da quel momento in poi furono messe in atto tutte le procedure del caso per ottenere permessi ed autorizzazioni. Iniziò così la corrispondenza, con la Regione Lazio ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali le cui direttive il Comune di Atina è sempre stato tenuto a seguire trattandosi di beni archeologici. In giugno 2010 poi, al termine di una conferenza di servizi in cui intervennero tutti gli organi competenti in materia paesaggistica, si ottenne l’autorizzazione all’intervento. Seguì poi la consegna dei lavori da parte del Comune alla ditta affidataria. L’ultimazione degli stessi doveva avvenire entro agosto 2012, termine non rispettato e questo perché alcuni cittadini del centro storico costituitisi in un comitato avanzarono, anche in maniera plateale con tanto di blocco del cantiere, perplessità nei confronti del progetto, reputando l’opera inutile e poco funzionale. I lavori subirono dunque una battuta d’arresto. Arriviamo così all’estate del 2013 e dunque al periodo del mio insediamento, momento in cui rispettando anche il volere della cittadinanza, vennero ipotizzate le varianti all’opera nel tentativo di rendere la stessa meno invasiva possibile rispetto al contesto urbano. Il progetto iniziale infatti prevedeva una scala al lato della cisterna che scendeva fino alla fine dello scavo e da qui una piramide che si erigeva e che consentiva di ammirare l’opera. Di concerto con i consiglieri comunali, abbiamo valutato di seguire le indicazioni della cittadinanza rendendo la piramide meno alta, al fine di non coprire eccessivamente la visuale dei fruitori della piazza e soprattutto dell’Ex Convento e, cosa più importante, abbiamo optato per l’eliminazione della scala laterale che non solo avrebbe occupato altro spazio sulla superficie della piazza ma sarebbe anche stata sicuro ricettacolo di rifiuti. Siamo alla fine del 2014 inizio 2015, i lavori riprendono. Contestualmente alla ripresa lavori hanno ovviamente inizio tutta una nuova serie di richieste ed autorizzazioni a livello paesaggistico, ambientale, archeologico, sismico e viario, ovviamente tutte sempre avallate dalla Soprintendenza. Questo ha comportato l’ inevitabile allungamento dei tempi ma in previsione del risultato sono ben contento di ciò, il ritardo nell’ultimazione dei lavori è dovuto ad una scelta fatta per Atina e non contro di essa. A prescindere dai disagi momentanei, abbiamo fortunatamente dato preventivo rimedio ad un problema che senza dubbio si sarebbe verificato con il completamento dell’opera.Capisco perfettamente le problematiche ed i fastidi che possono scaturire dal protrarsi di un cantiere così imponente ed in un luogo così centrale, sono sempre disponibile allo scambio ed al confronto ma nei tempi e nei modi consoni ad un popolo che si definisce civile. Dalla breve cronostoria qui esposta appare chiaro che non vi è nessuna mancanza o responsabilità da parte dell’amministrazione, semmai il contrario. Ci siamo resi conto dei disagi che sarebbero emersi dal lasciare il progetto così come concepito inizialmente e, con coscienza, lo abbiamo trasformato. Abbiamo apportato significative migliorie rispettando anche il volere dei cittadini, restituendo così alla città un’opera pulita, bella, sicura e funzionale allo sviluppo turistico del posto.”