Assediati da mucche e tori, il sindaco di Carpineto Romano fa appello al Prefetto

Assediati da mucche e tori, il sindaco di Carpineto Romano fa appello al Prefetto

23 Settembre 2015 0 Di redazione

“Faccio appello al Prefetto di Roma perché mi si dica quale strumento adoperare per salvaguardare la pubblica incolumità dei miei concittadini e il decoro pubblico della città che amministro”. L’appello di Matteo Battisti, sindaco di Carpineto Romano è accorato e riguarda un problema che affligge il territorio comunale da oltre un ventennio: il “randagismo” di mucche, cavalli e persino tori. Si tratta di circa 400 capi di bestiame che liberamente pascolano per il territorio comunale in ogni angolo di Carpineto, fino sul monumento dei Caduti, laddove non è permesso stare neanche alle persone, nei giardinetti pubblici, nel complesso sportivo, abbeverandosi alle fontane pubbliche e lasciando escrementi dovunque. Ma questo del decoro e dei danni alle cosa pubblica è solo un aspetto del problema. Quello ancora più grave è relativo alla pubblica sicurezza. Gli animali circolano indisturbati di notte e di giorno sulle strade con evidente pericolo per loro ma anche per gli automobilisti. Facile immaginare le conseguenze dell’investimento di un animale che pesa cinque o sei quintali. Incidenti, anche con feriti, che non sono mancati e che si ripetono con frequenza oltre all’aggressività di alcuni animali.

I tori ad esempio, che spesso letteralmente caricano persone e, almeno in un caso, hanno anche ferito un uomo nel suo orto come è accaduto nel 2012. “Gli animali sono di proprietà di quattro o forse cinque allevatori della zona. Non hanno segni di riconoscimento, ma tra di loro sanno a chi appartengono. Le forze dell’ordine dicono di non poter fare nulla e adesso anche io sono rimasto con le mani legate”. La delusione del sindaco è dovuta all’ordinanza sospesa dal Tar del Lazio, dietro ricorso dell’associazione animalista Herth, con la quale, nel novembre 2014, aveva iniziato a contrastare il fenomeno con la cattura e abbattimento degli animali lasciati in libertà. “Fino a Giugno, quando l’ordinanza è stata sospesa, abbiamo tolto dalla piazza (letteralmente – ndr) circa un centinaio di capi., 20 dei quali abbattuti e gli altri affidati ad una operativa agricola del frusinate.

Il fenomeno sembrava ridimensionarsi, adesso è tornato a livelli preoccupanti e sono ricominciati gli incidenti stradali e non solo. Proprio in questi giorni una signora si è ferita in centro cadendo per scappare da una mucca che sembrava la stesse caricando”. Al sindaco non è rimasto altro da fare che ricorrere al Consiglio di Stato chiedendo la sospensiva della decisione del Tar e chiedendo giudizio in merito. “Un ricorso che è costato circa 5mila euro al comune mentre le associazioni ambientaliste possono usufruire del gratuito patrocinio, come se la pubblica utilità dei diritti ambientali sia più importante della pubblica utilità di una intera comunità”. Per questo, in attesa del giudizio del Consiglio di Stato, visto che è stata rigettata la richiesta di sospensiva del provvedimento del Tar con cui si blocca l’ordinanza, il sindaco chiede: “Il rappresentante del Governo mi dica come posso salvaguardare la sicurezza dei miei concittadini”.