Aylan, un gigante di tre anni in fuga in un mondo governato da vermi

Aylan, un gigante di tre anni in fuga in un mondo governato da vermi

4 Settembre 2015 0 Di redazione

di Max Latempa

Il mondo era una cosa troppo grande per il piccolo Aylan. Questo mondo non è fatto per i bambini con la storia di Aylan.
Ora che la foto del suo corpicino, esanime sulla spiaggia, ha fatto il giro del pianeta, forse qualcuno capirà.
Ma forse non cambierà nulla e si andrà avanti come sempre.
Da anni il popolo siriano fugge da bombe e massacri. Prima la guerra civile, poi l’Isis.
Migliaia di profughi in fuga, centinaia trovano la morte.
Come i popoli africani, appestati in un girone dantesco. Quanti Aylan giacciono in fondo al mare?
Lui è stato restituito dal mare che lo ha adagiato dolcemente sulla spiaggia. Così che i potenti della terra non potessero non vederlo. Così che l’ umanità si renda conto di quanto faccia schifo.
Così che l’ ONU sembri piccola piccola, guidata da vermi che dovrebbero essere schiacciati.
Così come tutti coloro che parlano di accoglienza, facendo finta di non sapere che vi sono milioni di Aylan che vanno immediatamente aiutati a non scappare più e a non morire sotto le bombe o in mare. Aiutati a casa loro. Perchè un bambino di tre anni non deve scappare per non morire.
Che si vergogni Ban ki Moon con i suoi caschi blu, che si vergogni Obama e tutti i governanti, incapaci di prendere le decisioni risolutive. Che si vergogni il Papa, che parla come un disco rotto.
Aylan invece rimarrà un gigante, con le sue scarpine in ordine e la magliettina rossa.