Scandalo Montecassino, “Je suis Abbey Party” per le offese ingiuste ed ipocrite

Scandalo Montecassino, “Je suis Abbey Party” per le offese ingiuste ed ipocrite

21 Novembre 2015 0 Di redazione

Cassino – “Schifo” è l’offesa più frequentemente scelta dai lettori on line, per insultare gli organizzatori dell’Abbey Party al Merum Jazz bar di Cassino. Leggi qui

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Ipocrisia, a nostro avviso, è la risposta che andrebbe data a quell’insulto. La lista dei commenti è lunga, molto più lunga di quella che è stata riservata all’ex abate Vittorelli negli articoli che lo riguardavano. Sicuramente anche in quell’occasione il prelato è stata etichettato con epiteti non piacevoli, ma accostare le due parti, francamente sembra troppo, troppo ingiusto per l’Abbey Party. Vorremmo sapere quanti di quelli che hanno adoperato la parola “schifo” per una festa in maschera, l’hanno adoperata anche per chi, quella festa l’ha ispirata nella sua squallida e grave realtà.

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Perciò ipocrisia; perché forse lo stesso atteggiamento di reverenza ingiustificata verso qualcuno che non lo merita, porta ad offendere chi, invece, non avendo fatto alcun giuramento di povertà o castità, non in una chiesa ma all’interno di una attività commerciale, pagando le tasse, organizza una festa in maschera in cui nessuno ha rubato a nessuno, e non si è fatto nulla di quanto le cronache dei giornali hanno raccontato in merito al protagonista dello scandalo stesso. “Je suis Abbey Party”, verrebbe da dire oggi perché non sono i ragazzi dell’Abbey Party a minacciare il “faro”. Anzi, a loro modo hanno dato un contributo per alleggerire la pressione sulla vicenda facendo sorridere. Questo certamente non ostacolerà l’opera di ricostruzione morale che l’Abate Ogliari e i Benedettini buoni stanno portando avanti sul Sacro Monte.

Ermanno Amedei

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