“Lo sport e la marcia incontrano la disabilità” in un convegno e oltre trenta atleti ‘speciali’ a “Diversamente in marcia”

“Lo sport e la marcia incontrano la disabilità” in un convegno e oltre trenta atleti ‘speciali’ a “Diversamente in marcia”

20 Marzo 2016 0 Di Felice Pensabene

Cassino – Il “Campionato Nazionale di marcia” per il terzo anno si è svolto a Cassino, ma questa edizione per la prima volta, si è arricchita di un momento “speciale” con una gara non competitiva “Diversamente in marcia” a cui hanno preso parte oltre trentatré ragazzi disabili provenienti da varie regioni italiane, ma anche dal Centro diurno ‘Arcobaleno’ di Caira, da Piedimonte San Germano e Pontecorvo. Una gara non competitiva per sensibilizzare tutti sull’importanza dello sport come uno dei principali veicoli per l’integrazione sociale delle persone disabili. In quest’ambito, a margine dell’evento sportivo in sé, che ha visto oltre trecento atleti lottare per i vari titoli nazionali di categoria, si è tenuto un convegno dal titolo “Lo sport e la marcia incontrano la disabilità”. Nell’introdurre i lavori il presidente dell’associazione “Sport No Frontiere” che ha organizzato l’evento, Valeria Santini, ha voluto porre l’accento su quanto sia importante, per i disabili, al pari delle persone normali, la pratica sportiva, non solo sotto l’aspetto del benessere fisico, ma soprattutto come uno degli strumenti per una loro maggiore integrazione sociale.
È toccato all’avvocato Michela Del Vecchio tracciare un quadro delle problematiche connesse al mondo della disabilità e alle barriere ancora troppo presenti nei confronti di questa parte di cittadini. “Ancora oggi – ha sottolineato l’avvocato Del Vecchio – nei confronti del disabile, la società moderna assume un atteggiamento assistenzialistico, identificando la persona disabile con la sua patologia, specie nei casi di disabilità psichica. Questo atteggiamento, oltre a determinare una deresponsabilizzazione dei soggetti che circondano il disabile, implica anche un allontanamento della persona con diversa abilità dalla “normalità“. Occorre dunque recuperare il valore di “persona” e valorizzare le abilità diverse – ha ribadito l’avvocato Del Vecchio – che queste persone possono esprimere. Un ruolo importante a superare queste barriere mentali, sicuramente, è da ascriversi allo sport. Lo sviluppo, dell’attività sportiva, le capacità sia organiche (cardiocircolatorie, respiratorie e neuromuscolari) che portano al recupero dell’autonomia sia coordinative, organizzative stimolano fortemente le relazioni sociali del disabile – ha ribadito Del Vecchio – e favoriscono la condivisione di vita di una gruppo facilitando così un adeguato adattamento alla realtà ed alle esigenze dell’ambiente canalizzando le forze verso azioni socialmente produttive”.
Ospite e testimonial della manifestazione “Diversamente in marcia” il campione paralimpico di nuoto Vincenzo Boni, che ha raccontato la sua esperienza di atleta disabile, dei risultati prestigiosi ottenuti nelle varie categorie di nuoto. Una forte emozione è apparsa negli occhi del giovane campione partenopeo quando ha ricordato la prima convocazione in nazionale. Vincenzo Boni su questi argomenti ha rilasciato a “Il punto a mezzogiorno” un’intervista esclusiva.
F. Pensabene
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