I Corvi di Giano ricostruisce “La Storia di un assedio” della Rocca Janula a Cassino

I Corvi di Giano ricostruisce “La Storia di un assedio” della Rocca Janula a Cassino

22 Aprile 2016 0 Di redazione

Cassino – Il 30 Aprile e il primo Maggio, l’Associazione socioculturale I Corvi di Giano, insieme con la Compagnia del Feudo e la Compagnia dell’Albero di Holda, rievocheranno una battaglia ossidionale medievale, in ricordo di questo conflitto, il quale porterà, l’anno successivo, nel 1230, alla firma del Trattato di San Germano.

Questa la storia.

Dopo la mancata partecipazione alla quinta crociata, a causa di una pestilenza che coinvolse lo stesso Federico II, l’Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia venne scomunicato.

La Dieta di San Germano, convocata nel luglio 1225, sancì l’impegno di Federico II, nei confronti di papa Onorio III, a promuovere e guidare una crociata in Terrasanta entro l’agosto del 1227. Federico non rispettò la scadenza del patto, ma partì solo nel 1228, troppo tardi per salvarlo da un’ulteriore scomunica.
L’imperatore, grazie alle sue capacità diplomatiche, riuscì a prendere Gerusalemme praticamente senza spargere sangue. Il 18 marzo Federico II fu incoronato re della chiesa del Santo Sepolcro.
Approfittando della sua assenza il Papa lanciò la Crociata contro Federico. L’appello rimase per lo più inascoltato, in quanto l’imperatore era impegnato in Terra Santa, in nome della Chiesa e di tutta la cristianità, avendola organizzata inoltre solo con le sue truppe e le sue forze. Solo i comuni lombardi, come Milano, Brescia, Crema e Lecco, acerrimi nemici di tutti gli imperatori di casa Hohenstaufen, aderirono con entusiasmo alla chiamata alle armi, unendosi alle truppe papali e a quelle mercenarie assoldate dal pontefice per l’impresa.
Come scrive lo storico Jonathan Riley Smith: “La quinta crociata ebbe una curiosa conclusione, Gerusalemme fu riconquistata, dopo una crociata non riconosciuta come legale, con un trattato di pace concluso da uno scomunicato le cui terre venivano intanto invase dal Papato. La stessa Gerusalemme era sotto interdetto per opera del suo patriarca; il suo liberatore lasciava la Palestina non in trionfo, ma coperto dai rifiuti”
Federico II tornò dalla crociata e si preparò a combattere i nemici in Terra di Lavoro. A Barletta tutti coloro rimasti fedeli cominciarono ad accorrere e organizzarsi. Qui si unirono parte delle truppe di ritorno dalla crociata, tra cui molti Cavalieri Teutonici, suoi fedelissimi.
Giunse a San Germano e qui si combatté lo scontro finale tra le truppe papali, i clavisegnati, e quelle imperiali…
Luigi Velardo