Petrarcone: “L’acquedotto resterà comunale perché lo stabilisce una legge nazionale”

Petrarcone: “L’acquedotto resterà comunale perché lo stabilisce una legge nazionale”

21 Maggio 2016 0 Di Felice Pensabene

Cassino – “Non riconsegneremo l’acquedotto comunale ad Acea. Non a chiacchiere, ma grazie all’unica strada percorribile che è quella presentata,frutto di un lavoro durato cinque anni e conclusosi con la delibera 164 dello scorso 4 maggio 2016”. Ha esordito così il sindaco Petrarcone, ieri pomeriggio nella conferenza stampa alla sala Restagno. Lo ha voluto ribadire per sgombrare il campo da “facili e catastrofiche interpretazioni e strumentalizzazioni” e proponendo la firma di una “Dichiarazione di impegno” anche agli altri candidati sindaco affinché l’acquedotto rimanga comunale. “Acea non riavrà gli impianti che appartengono a Cassino ed ai suoi cittadini – ha detto Petrarcone – non perché siamo contro Acea, ma perché già deciso dalla normativa vigente a livello nazionale. L’art. 62 comma 4 della legge 221/2015 – ha spiegato il sindaco – prevede che sia possibile in base ai requisiti di esistenza di fonti qualitativamente pregiate; sorgenti ricadenti in parchi naturali o in aree naturali protette; utilizzo efficiente della risorsa e la tutela del corpo idrico, di mantenere gli impianti, e sotto questo aspetto Cassino è inequivocabilmente in linea con la normativa. A tal proposito basterà ricordare le Terme Varroniane e l’enorme patrimonio idrico fra i più importanti d’Europa”. La riconsegna ad Acea non sarebbe possibile, secondo Petrarcone, anche in ragione del quantitativo di acqua che riceviamo (200 litri/sec.) per caduta rispetto a quello maggiore prelevato ed immesso nell’acquedotto campano (3000 litri/sec.). Quei 200 lt/sec. servono ad alimentare il nostro acquedotto cittadino e sono di proprietà della città di Cassino.
La vicenda sicuramente continuerà ad animare il dibattito e sarà, indubbiamente, uno dei “temi caldi” della campagna elettorale, ma pone alcuni interrogativi, soprattutto per quanto riguarda la mancanza dei decreti attuativi della legge regionale n°5/2014 e l’inspiegabile ritardo sull’approvazione di questi da parte della giunta Zingaretti. Sarebbe importante sapere quali misure abbiano messo in atto i rappresentanti eletti nel cassinate in Consiglio regionale per accelerare l’iter procedurale ed applicativo di una legge che potrebbe mettere fine ad ogni controversia fra Enti locali e gestori privati su un bene, come l’acqua, che è pubblico e su cui gli italiani si sono espressi a stragrande maggioranza con un referendum!
F. Pensabene
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