Incinta all’ottavo mese perde il bambino a Cassino in una notte

Incinta all’ottavo mese perde il bambino a Cassino in una notte

2 Settembre 2017 0 Di Felice Pensabene

Ha inizio la notte di lunedì 28 agosto il calvario di una giovane di Aquino che si stava preparando alla nascita del primo figlio, prevista per il 26 settembre. Tuttavia non sentendo più i movimenti del piccolo è corsa al Pronto Soccorso dell’ospedale di Cassino, accompagnata dal compagno e padre del nascituro.

Una volta arrivata ha dovuto attendere ben 15 minuti prima di essere accolta dalle infermiere e altri 10 per essere indirizzata al reparto di Ostetricia e Ginecologia. Ivi, non trovando disponibile alcun medico, è stata esaminata da altre due infermiere che non hanno saputo dare alla 22enne una risposta al suo problema, non riuscendo a distinguere dall’esame il battito cardiaco della mamma da quello del feto.

Dopo ulteriori 5 ore di attesa riesce a farsi visitare dal proprio ginecologo, contattato dalla stessa tramite cellulare. Questi aveva seguito la gravidanza nel corso degli 8 mesi e non aveva riscontrato problemi, neppure durante l’ultima ecografia, datata il 9 agosto. La visita, effettuata solo nella mattina dello stesso lunedì, dopo un’angosciante notte fatta di dubbi e attese, ha rivelato il terribile esito: il cuore del piccolo aveva cessato di battere. Risulta dunque necessario partorire all’istante. Nonostante il disperato momento viene lasciata a lungo in una stanza del reparto, con la sola compagnia della madre che, vista la vergognosa situazione, decide di rivolgersi alle Forze dell’Ordine.

Ancora un’ora di attesa poi il nuovo arrivo del ginecologo che informa la giovane dell’imminente parto indotto al quale sarà sottoposta, a suo dire, a breve. Ma la somministrazione dei farmaci non provoca il dilatamento necessario e, dose aggiunta a dose, alla malcapitata paziente sale la febbre. Solo la sera dello sfortunato giorno la ragazza, ormai stremata, viene sottoposta a cesareo e da alla luce il corpicino senza vita del suo bambino. La causa del decesso viene accertata: il piccolo aveva il collo stretto da un doppio giro di cordone ombelicale dunque, asfissiato, aveva smesso di respirare.

I genitori, in preda al dubbio che con un intervento immediato il piccolo avrebbe potuto salvarsi, si sono rivolti ad uno studio legale specializzato in casi di malasanità e alla Stazione dei Carabinieri di Cassino, con un esposto alla Procura di Cassino. La richiesta è quella di accertamenti per verificare eventuali responsabilità penali da parte del personale della struttura ospedaliera della città, seguita dal sequestro della cartella clinica e l’esame autoptico effettuato sul feto.

Mentre il piccolo è stato portato nell’obitorio dell’ospedale, i due giovani attendono che sia fatta giustizia per un’innocente.

Giulia Guerra