Legge Salva Borghi, buone notizie per la Ciociaria: investimenti su banda larga e riqualificazione urbana

Legge Salva Borghi, buone notizie per la Ciociaria: investimenti su banda larga e riqualificazione urbana

25 Ottobre 2017 Off Di Felice Pensabene

Redazionale – Nelle scorse settimane è stato approvato il Disegno di legge n. 2541, ribattezzato in vari modi ma sostanzialmente noto come Legge Salva Borghi: ecco cosa prevede e quali sono le buone notizie in arrivo per i territori del Lazio e della Ciociaria.

Ci sono volute tre legislature, ma alla fine il disegno di legge 2541 promosso in maniera bipartisan dal presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, e da Patrizia Terzoni (M5s), ha finalmente concluso il suo iter di approvazione, con una votazione a larga maggioranza che sembra far ben sperare per gli effetti concreti del provvedimento.

Un piano per i Piccoli Comuni. Le aspettative, d’altra parte, sono molto elevate, perché questo intervento ha come obiettivo il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni italiani (quelli con popolazione inferiore a 5000 abitanti) e dei territori montani e rurali, puntando su alcune linee guida specifiche, come misure di sostegno per l’artigianato digitale, semplificazione per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento (con investimenti per la loro riconversione in alberghi diffusi, con un connubio di tecnologia e green economy), manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell’ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico e, non ultimo, diffusione della banda larga.

Anche Internet veloce tra gli obiettivi. Ancora una volta, dunque, si spinge sulla promozione degli accessi veloci a Internet per cercare di rendere “moderni” anche i piccoli territori, con l’obiettivo (non dichiarato, ma evidente) di migliorare le performance dei vari piani fin qui messi in campo, che non hanno ancora superato l’annoso problema del digital divide e della mancata copertura dei piccoli territori.

Una questione importante per la Ciociaria. Per fare soltanto degli esempi, attualmente il Lazio risulta “coperto” con banda di 30 Mega al 54,5 per cento delle sue unità immobiliari complessive, come riportato sulla mappa del Ministero dello Sviluppo Economico, ma in alcune aree interne, soprattutto in Ciociaria, i risultati sono molto inferiori, con il Comune di Frosinone che si ferma appena al 25,3 per cento, Pontecorvo all’8,5 per cento e Arnara bloccato sullo 0 per cento.

Ancora digital divide. Dati davvero deprimenti, se si pensa che la Strategia Italiana per la banda ultralarga dovrebbe garantire entro il 2020 la copertura l’accesso alla rete internet ad almeno 30 Mbps a tutta la popolazione d’Italia, ma che in realtà procede a rilento. Di contro, però, è positivo che si stiano sviluppando sistemi di connessione alternativa, come la rete fixed wireless studiata da Eolo, che è pensata per raggiungere anche le aree interne e che è disponibile ora anche in Ciociaria, con offerte specifiche di Internet senza limite.

Le zone laziali interessate. Ecco perché i rappresentanti dei piccoli Comuni, anche ciociari, hanno salutato con ottimismo il nuovo provvedimento, che per quest’anno prevede una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro, che passeranno a 15 milioni nel sestennio 2018-2023, per arrivare a un totale di 100 milioni di euro. Nel totale delle zone interessante dovrebbero ricadere numerosi paesini del nostro territorio (si parla di sessantotto sul totale dei novantuno ciociari), e soprattutto alcune aree come quelle della Val Comino e del cassinate potrebbero beneficiare soprattutto degli investimenti contro le criticità idrogeologiche.

Il piano nazionale. A livello nazionale, invece, la misura riguarda ben 5.585 comuni, vale a dire quasi il 70 per cento dei 7.998 comuni italiani e una estensione territoriale pari quasi alla metà dello Stivale; in queste zone vivono oltre 10 milioni di cittadini,ma soprattutto si concentra gran parte del “made in Italy”, a cominciare dal 93 per delle DOP e degli IGP e dal 79 per cento dei vini più pregiati del nostro Paese.