Ammanetta ad una ringhiera due 14enni conosciute su facebook e le violenta

Ammanetta ad una ringhiera due 14enni conosciute su facebook e le violenta

6 Novembre 2017 Off Di redazione

ROMA - Le avrebbe ammanettate e assicurate ad un recinto in una zona isolata vicino ad un boschetto e lì le avrebbe violentate entrambe. Mario Seferovic, 22 anni originario di Mugnano di Napoli ma domiciliato a Roma sarebbe l’autore di questa nefandezza compiuta ai danni di due amiche 14enni che aveva adescato grazie ai social.  Alessio il Sinto, così si faceva chiamare su Facebook, quasi un nome di battaglia che evidentemente riscuoteva successo tra gli amici virtuali della rete. Aveva conosciuto in chat una delle due 14enni e dopo averne carpito la fiducia, l’aveva invitata ad un incontro. Lei, per sicurezza, aveva portato con se una amica divenuta, a sua volta, vittima del bestialità del giovane dato che, solamente dopo qualche tempo, una delle due è riuscita a rompere il silenzio a cui entrambe erano costrette da una terribile minaccia, raccontando ai genitori ciò che avevano dovuto subire da Alessio il Sinto. Secondo la ricostruzione fatta dalle forze dell’ordine, all’incontro anche il 22enne è arrivato in compagnia di un altro giovane poi identificato in Maikon Bilomante Halilovic 26 anni di Roma. Nessuna romanticheria da primo appuntamento. Il 22enne le avrebbe costrette a seguirlo in una zona nascosta nei pressi di un boschetto e, dopo averle ammanettato i polsi assicurandole ad una recinzione, mentre il suo complice fungeva da palo le ha spogliate e violentate entrambe. Una violenza che non si è consumata solamente con l’atto sessuale, ma che è proseguita anche con le minacce di morte per loro e per i loro familiari; qual ora avessero raccontato a qualcuno ciò che era accaduto in quell’anfratto. Solamente quando i due si sono sentiti convinti di aver occultato al meglio le prove delle loro malefatte, allora le manette si sono riaperte e le due ragazze hanno potuto raccogliere i loro vestiti e coprirsi prima di tornare a casa con quel terribile segreto. Per essere certi del loro silenzio, addirittura, Seferovic è arrivato a chiamare la madre di una delle due con la scusa di chiederle di convincere la figlia ad uscire con lui, ma in realtà per sincerarsi, dalla reazione della donna, sulla tenuta del segreto. a giugno, le famiglie hanno presentato la denuncia ai carabinieri portando anche le foto scaricate dal profilo dei due giovani. Da lì si è arrivati alle loro vere identità e all’arresto per entrambi perchè accusati di violenza sessuale di gruppo su minore, sequestro di persona, lesioni e minacce.

“Quanto alle esigenze cautelarti – scrive il gip che ha ordinato l’arresto di entrambi i giovani – va rilevato che le modalità con cui le violenze sono state ideate e portate a termine sono sintomatiche di estrema freddezza e determinazione unite ad un’assoluta mancanza di scrupoli e a non comune ferocia verso le vittime degli abusi, ciò che induce a ritenere che possa trattarsi di casi non isolati ma destinati a ripetersi in coerenza con una personalità incline alla sopraffazione ed al brutale soddisfacimento di istinti di violenza, sicuramente volubili come indice di sussistenza del pericolo di reiterazione del delitto”.

Oggi, nel corso dell’interrogatorio di Garanzia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere ma si continuano a professare innocenti.

Ermanno Amedei