Omicidio Morganti, la sorella di Emanuele sulla Rimessione: “Sperano di trovare clemenza altrove?”

Omicidio Morganti, la sorella di Emanuele sulla Rimessione: “Sperano di trovare clemenza altrove?”

21 Febbraio 2018 0 Di redazione

ALATRI -  “Non sanno a cosa aggrapparsi e la richiesta di spostare il processo da Frosinone in altra sede è agghiacciante”. Melissa Morganti è la sorella maggiore di Emanuele, il 20enne di Alatri ucciso nella notte tra il 25 e 26 marzo dello scorso anno davanti la discoteca Mirò in pieno centro ad Alatri.

Venerdì scorso il Gup del tribunale di Frosinone è stato chiamato a valutare la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura per Franco Castagnacci, 50 anni, suo figlio Mario 27 anni, Paolo Palmisani, 24 anni tutti di Alatri, e Michel Fortuna, 25anni di Frosinone. Secondo la procura i quattro, insieme ad altri ancora ignoti, si sarebbero accaniti sul corpo del giovane in un pestaggio a più riprese davanti al locale e a centinaia di altri giovani rimasti a guardare. La difesa ha subito presentato una richiesta di rimessione del processo, chiedendo, cioè che venisse spostato in altra sede a causa della pressione che, a loro dire, giudici e giurati subirebbero in caso di processo, dalla forte pressione mediatica e da quella dovuta alle iniziative con cui amici e parenti di Emanuele chiedono giustizia.

“La richiesta fatta dalla difesa degli indagati era una ipotesi che non escludevamo ma credevamo comunque che non si arrivasse a tanto – dice ancora Melissa Morganti – E’ agghiacciante pensare di portare altrove il processo o semplicemente di voler guadagnare tempo in questa maniera.

Per Emanuele ci sono stati incontri di preghiera, iniziative commemorative come la consegna del suo diploma e altre iniziative sportive. Si, abbiamo sentito la gente molto vicina. La solidarietà non ci è venuta meno, addirittura mi giungono ancora lettere dal Canada e dalla Spagna, oltre che da città italiane. Ci scrivono persone che non conosciamo ma che si dicono vicine al nostro dolore. Cosa si aspettano gli avvocati difensori? Che svolgendo il processo altrove possano sperare nella clemenza per i loro assistiti? Non credo”.

Il giorno dell’udienza Gup si sono ritrovati davanti al tribunale di Frosinone amici e parenti di Emanuele che chiedevano, anche con striscioni, giustizia per il 20enne.

“La richiesta di spostare il processo altrove è assolutamente ingiustificata – continua Melissa Morganti – un eventuale processo a Frosinone non correrebbe alcun pericolo ma questo gli avvocati difensori lo sanno benissimo. Se qualcuno avesse voluto fare qualcosa o macchiarsi di qualche tipo di vendetta lo avrebbe fatto nei giorni prossimi all’omicidio non certo ad un anno di distanza. Inizialmente, come famiglia, ci siamo tutti chiusi nel nostro dolore e alcuni, che non rappresentavano il nostro pensiero, si sono esposti per noi scrivendo sui social propositi di vendetta. Oggi, anche grazie allo sviluppo delle indagini, seppure il dolore per la perdita di Emanuele è ancora palpabile, non ci sono tensioni, solo voglia di giustizia e non vendetta. Sappiamo infatti che Emanuele non ce lo ridarà nessuno ma vogliamo evitare che i suoi assassini possano far male ad altri”. Il Gup ha quindi aggiornato l’udienza a dopo la decisione della corte di Cassazione che dovrà decidere sulla Rimessione.

Ermanno Amedei