Medaglia d’Onore da Mattarella alla memoria del Finanziere Riccardi che disse no al Nazifascismo

Medaglia d’Onore da Mattarella alla memoria del Finanziere Riccardi che disse no al Nazifascismo

17 Luglio 2018 0 Di redazione

SANT’AMBROGIO –  Il Presidente della Repubblica concede la “Medaglia d’Onore” alla memoria del Finanziere Angelo Riccardi, deportato nei lager nazisti

Il 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica, a venti anni dalla scomparsa, presso la Prefettura di Frosinone il Prefetto Emilia Zarrilli ha consegnato la Medaglia d’Onore alla memoria dell’allora Finanziere Riccardi Angelo ai figli Antonio e Riccardi Maria Riccardi, alla presenza del Sindaco di Sant’Ambrogio sul Garigliano avv. Sergio Messore, dei parlamentari del territorio, di numerose autorità civili e militari e di altri familiari.  Il riconoscimento è stato concesso con decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in quanto, in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, Angelo Riccardi fu preso prigioniero dai Tedeschi e rifiutandosi di collaborare e di aderire alla repubblica di Salò fu deportato ed internato nei lager nazisti in Germania e destinato a lavori coatti. Nato a Sant’Ambrogio sul Garigliano nel 1923, arruolatosi giovanissimo come allievo Guardia di Finanza, entrò nel corpo il 10 maggio 1941 a soli 18 anni, presso la Caserma di Via XXI aprile di Roma. Successivamente trasferito a Genova nel V battaglione Mobilitato della Regia Guardia di Finanza. Raggiunse Bari con una tradotta dalla stazione ferroviaria di San Pier d’Arena per imbarcarsi sulla motonave “Francesco Crispi”  diretta nel Peloponneso, in Grecia. Giunto a destinazione, fu assegnato alla terza compagnia con comando a Corinto, sede del settore “Alta Corinzia”,  e al primo plotone con distaccamento a Kato-Almirì.  A Kato-Almirì, piccola e bella località sul mare distante pochi chilometri da Corinto, i finanzieri avevano il compito di vigilanza e difesa costiera, polizia militare e controllo economico.

Fu subito apprezzato e benvoluto dagli abitanti del luogo, ebbe relazioni cordiali destinate a rimanere durature nel tempo. Ancora oggi il figlio Antonio mantiene rapporti con alcune famiglie del luogo che all’epoca conoscevano il giovane finanziere Angelo e ricordano piccoli aneddoti legati al periodo dell’occupazione. A seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943, come tantissimi soldati italiani rimasti senza ordini, abbandonati a se stessi, fu catturato dai tedeschi e rinchiuso su un carro merci affollato e dopo un lungo e disumano viaggio durato dodici giorni fu condotto ad Amburgo e successivamente al Lager III A Luckenwalde a sud di Berlino dove fu immatricolato con il numero 123280 III A.

Il rifiuto a qualsiasi forma di collaborazione con il nazifascismo comportò umiliazioni di ogni sorta, freddo, fame, stenti di ogni genere e atroci sofferenze.  A Berlino insieme agli altri prigionieri fu utilizzato principalmente per lo sgombero delle macerie, in quanto i bombardamenti si erano fatti incessanti. In simili condizioni la vita era continuamente a rischio, infatti intorno alla metà di marzo 1944 nei pressi di Alexanderplatz, a seguito di incursioni aeree, Angelo fu ferito al torace e alla testa e due suoi compagni di prigionia, Miele Luigi e Diodati Alessandro, durante il bombardamento prontamente lo soccorsero e lo trasportarono immediatamente in una infermeria vicina, salvandogli la vita. Nel dicembre 1944 fu trasferito nella Renania a Mannheim sul Reno. Qui fu adibito come operaio in una fabbrica di materiale bellico. Intanto la situazione in Germania diventava sempre più compromessa e si avvicinava la capitolazione. Alla fine di aprile fu liberato vicino Lipsia dagli americani, ma la sua odissea non era ancora terminata; il suo fisico, debilitato dalle fatiche e dalla malnutrizione fu messo a dura prova da fortissime febbri durante la strada del ritorno. Fortunatamente una famiglia tedesca lo ospitò e lo curò per alcune settimane. Riprese il viaggio di ritorno con mezzi di fortuna e alla fine di luglio rientrò finalmente in Italia attraverso il Brennero. Nell’agosto del 1945 finalmente rientrò con grandissima gioia a Sant’Ambrogio, purtroppo ritrovò un paese totalmente distrutto e apprese la dolorosa notizia che il padre Antonio e il fratello Biagio, di soli 23 anni, erano morti a seguito di eventi bellici. Tutte le informazioni qui riportate sono tratte da un suo memoriale di prigionia e da un quaderno su cui Angelo annotava gli eventi più rilevanti. Con orgoglio e grande commozione i familiari del Finanziere Angelo Riccardi hanno ritirato la “Medaglia d’Onore”, che rappresenta il riconoscimento dello Stato alla memoria di chi ha subito quasi due anni di terribile prigionia che hanno segnato l’intera esistenza.

Presso la sede municipale di Sant’Ambrogio sul Garigliano, nel prossimo mese di settembre, avrà luogo una cerimonia di commemorazione organizzata dall’amministrazione comunale.