Sequestrati a Scauri 40 kg di datteri di mare, denunciato 50enne

Sequestrati a Scauri 40 kg di datteri di mare, denunciato 50enne

13 Settembre 2018 0 Di redazione

MINTURNO – Ha scassinato pareti di scogli per estrarre 40 chili di datteri di mare. Ad inchiodare un 50enne alle sue responsabilità sono stati i militari della Guardia Costiera di Scauri in collaborazione con quella di Formia entrati in azione dopo preziose segnalazioni fatte da alcuni cittadini.

La presenza di un subacqueo che stava asportando datteri di mare nei pressi della scogliera a ridosso del Monte d’Oro a Scauri non era infatti passata inosservata.

Dopo un’attività di monitoraggio dell’area in questione durata diverse ore, i militari sono riusciti ad individuare una persona intenta nella dannosa pesca del dattero di mare, nonostante avessero messo in atto una strategia di sorveglianza con delle sentinelle al fine di eludere l’eventuale arrivo delle Forze di Polizia.

Prima dell’alba mentre il trasgressore, al termine dell’attività di raccolta del prezioso mollusco, si preparava a caricare sulla propria autovettura i circa 40 chilogrammi di datteri di mare raccolti e l’attrezzatura utilizzata (bombole, maschere, pinne e martello), la Guardia Costiera, anche grazie all’ausilio di una pattuglia dei Carabinieri presente in zona, lo ha fermato, e durante la perquisizione, ha rinvenuto appunto il prezioso bottino.

Il trasgressore, tale A. L. di circa 50 anni originario della provincia di Napoli, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cassino per il reato previsto dalla normativa comunitaria e nazionale che prevede il divieto di cattura, detenzione a bordo, trasbordo, sbarco, magazzinaggio, vendita, esposizione e la messa in vendita del dattero di mare (Lithophaga lithophaga) con la pena dell’arresto da due mesi a due anni o con l’ammenda da 2.000 euro a 12.000 euro.

Il prezioso mollusco e la relativa attrezzatura sono state poste sotto sequestro.

I datteri, dal valore commerciale di circa cinquemila euro, saranno distrutti mediante dispersione in mare. La pesca di tale prodotto, da trent’anni è vietata poiché provoca alterazioni ai fondali rocciosi con distruzione dell’ambiente marino che  solo il trascorrere di svariate decine di anni consente il ripristino del danno ambientale.