Azienda di trattamento rifiuti speciali sequestrata a Piedimonte

Azienda di trattamento rifiuti speciali sequestrata a Piedimonte

7 Novembre 2018 0 Di redazione

PIEDIMONTE – i Carabinieri di Piedimonte San Germano, insieme a personale della Polizia Provinciale e dell’Arpa Lazio, nonché personale Spresal dell’Asl di Cassino e dell’Ufficio tecnico comunale di Piedimonte San Germano, hanno proceduto al controllo di un noto stabilimento produttivo per il trattamento di rifiuti speciali ed in particolare della triturazione di vecchi pneumatici.

Nel corso dell’ispezione effettuata, gli operanti hanno accertato che lo stabilimento in questione risultava posto all’interno di un grandissimo piazzale ove erano depositati senza alcuna protezione ed in modo incontrollato pneumatici fuori uso, su di un’area stimata in 2mila metri quadri circa. Su un’altra porzione del piazzale invece vi erano stoccate delle M.P.S. (materie prime secondarie), contenute in Big Bags di circa 2 metri cubi di capacità, mentre un’altra zona dello stesso era adibita a deposito incontrollato di rifiuti speciali, costituiti da materiale di tipo plastico, legnoso, ferroso ed inerti. Inoltre, i militari hanno riscontrato che il piazzale non era dotato di nessun impianto fognario per il trattamento delle acque di prima pioggia, cosicchè le acque percolanti scolavano direttamente nel sottosuolo con possibilità di inquinamento delle falde acquifere. All’interno del capannone invece gli i militari hanno accertato che lo stoccaggio di circa 600 Big Bags contenenti rifiuti speciali di varia natura, ove alcuni di essi presentavano evidenti lacerazioni che avevano provocato la presenza di cumuli di polveri sulla pavimentazione, derivanti dalla triturazione dei pneumatici. I lavoratori erano sprovvisti inoltre di dispositivi di protezione individuale, i carrelli elevatori privi di segnalatori luminosi/acustici e gli  estintori non posizionati nei previsti punti antincendio.

Per questo i carabinieri hanno proceduto al sequestro dell’intera area dello stabilimento, risultato avere un’ area complessiva di circa 7mila metri quadrati.

Il legale rappresentante dello stabilimento, è stato deferito in stato di libertà in quanto ritenuto responsabile di “scarico al suolo non autorizzato di acque meteoriche percolanti su depositi incontrollati di rifiuti” “mancato rispetto delle norme per la gestione degli impianti di trattamento rifiuti non pericolosi in procedura semplificata”, nonché sulla normativa inerente la sicurezza sul lavoro.