Sanità, una truffa da 170 milioni. Arresti eccellenti

5 Febbraio 2009 0 Di redazione

Una truffa da 170 milioni di euro al sanità pubblica, questa l’ipotesi di reato sulla quale sta lavorando la Procura di Velletri e che ha portato all’arresto, ieri, di Gian Paolo Angelucci, re delle cliniche a Roma. Non solo, i carabinieri del Nas hanno notificato altri 12 avvisi di garanzia e a misure restrittive per sette indagati tra cui, a Sant’Elia Fiumerapido, dove risiede con la famiglia, Antonio Vallone, amministratore dell’egato del settore Sanità della Tosinvest, il colosso sanitario che gestisce, tra l’altro, cinque cliniche riabilitative nella Regione Lazio: il San Raffaele di Cassino, di Velletri, della Nomentana, della Pisana e della Portuense. Inoltre gli inquirenti sono arrivati anche alla richiesta di autorizzazione a procedere per il padre Antonio, senatore del Pdl e fondatore della Tosinvest. Solo nel Lazio, la holding della sanità privata gestisce oltre 1.500 posti letto accreditati. Venti in totale gli indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al falso. Tra questi nomi eccellenti della sanità laziale: il direttore generale dell’Asl Roma H, Luciano Mingiacchi, il presidente della Aiop Lazio, Paolo Casamatta, il vicedirettore dell’Agenzia di sanità pubblica regionale (ASP), Rodolfo Cotenna e due dirigenti della Regione Lazio. L’indagine nasce circa due anni fa e si intreccia con quella che fu definita ‘l’inchiesta su Lady Asl’ e che portò ad una bufera giudiziaria sul sistema sanitario della Capitale. Il presidente della Regione Marrazzo che ha subito commissariato la Asl sotto inchiesta, accettando le dimissione del dg indagato, ha attivato un’inchiesta interna e disposto più controlli. Intanto tra l’opposizione regionale di centrodestra e la maggioranza di centrosinistra è bufera.