Polizia municipale, un Corpo che va adeguato ai tempi

16 Aprile 2010 0 Di redazione

di Paolo Andrea Taviano – Magistrato di Cassino
La giornata di formazione della Polizia locale svoltasi a Cassino il 15 aprile ha rappresentato un importante segnale di attenzione verso i problemi e le esigenze della polizia locale che sta effettuando un lungo e difficile percorso di riforma attraverso interventi legislativi di livello nazionale e regionale.
Nel dibattito sono emerse molteplici criticità del settore a partire dal necessario superamento dell’attuale quadro normativo ormai anacronistico e decisamente penalizzante per le forze di Polizia locale, per non parlare poi dei problemi relativi alle specializzazioni professionali in relazione ai compiti di polizia giudiziaria ed amministrativa, per giungere all’addestramento operativo del personale, alla dotazione di armi ed al coordinamento con le forze dell’Ordine dello Stato.
In materia il pacchetto sicurezza varato dal Governo nel 2008, ampliando i poteri di contrasto alla criminalità in capo agli enti locali, ha rappresentato sicuramente un passo in avanti importante, in quanto introduce concetti rilevanti come il coordinamento operativo tra forze dell’Ordine nel quale rientrano anche le forze di Polizia locale, ma deve essere considerato solo un primo passo su una strada ancora lunga che non tutti i Comuni sono ancora in grado di percorrere, vuoi per problemi legati alle esanimi finanze comunali e vuoi per una cultura della sicurezza sul territorio ancora legata a schemi non più attuali.
Se da un lato i problemi di bilancio rappresentano un ostacolo a qualunque progetto, dall’altro non possono costituire sempre e comunque un alibi per non fare nulla perché ci sono tante cose, come ad esempio la formazione del personale, che si potrebbero fare a costi contenuti e con progetti che dovrebbero trovare sponsor importanti come ad esempio la Regione, l’ANCI, l’Università e, in particolare quest’ultima, potrebbe fungere da polo di formazione del settore a livello nazionale, magari attraverso la creazione di uno specifico corso di laurea, anche triennale, quale titolo necessario per l’accesso del personale di Polizia locale ai ruoli ispettori e ad incarichi semidirettivi, atteso che in Italia non esistono nè una Accademia della Polizia Municipale nè corsi di formazione obbligatori dopo l’arruolamento, come invece esiste per le altre forze di Polizia.
Del resto la Polizia locale è quotidianamente chiamata a confrontarsi con illeciti in materie particolarmente importanti e delicate come i reati ambientali, urbanistici o in materia di tutela del commercio legale che richiedono competenze giuridiche e tecniche sempre più approfondite, necessarie per un’adeguata tutela del territorio.
Indubbiamente di strada da percorrere ce n’è ancora molta ma con la volontà politica di fare e la creazione di cooperazioni istituzionali gli obiettivi si possono raggiungere.
Quel che serve è un radicale mutamento della cultura della sicurezza, sicurezza nella quale il Comune sia protagonista attuando, se il principio costituzionale di sussidiarietà ha un senso, quella polizia di prossimità che solo l’ente più vicino ai cittadini può assicurare.
Paolo Andrea Taviano
Magistrato