Superficie oculare: come curarla con cellule staminali

14 Aprile 2010 0 Di redazione

“Le cellule staminali rappresentano una grande speranza anche in oftalmologia perché ci consentono già di guarire alcune malattie dell’occhio che causano alterazioni della superficie oculare compromettendo la normale capacità visiva.” Lo afferma il Dott. Luigi Pinchera, coordinatore scientifico del Convegno sulle patologie della superficie oculare che si svolgerà venerdi 16 aprile presso l’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Cassino. Al Convegno presieduto dal Prof. S.M. Recupero, Ordinario di Clinica Oculistica presso la Facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza” di Roma, e dal Prof. S. Bonini, Ordinario di Clinica Oculistica presso l’Università Campus Biomedico di Roma, due autorità nel campo dell’oftalmologia italiana, parteciperanno illustri relatori esperti nel settore ed un numero elevato di oculisti provenienti da tutto il territorio nazionale sollecitati dall’interesse scientifico del tema congressuale. Dopo una prima sessione dedicata alla diagnosi delle principali patologie della superficie oculare saranno poi oggetto delle relazioni della II e III sessione le tecniche di trapianto delle cellule staminali (anche “coltivate in laboratorio”) e la loro applicazione nella moderna chirurgia ricostruttiva della superficie oculare, e le ultime novità in tema di trapianto di cornea. Conclude il dottor Pinchera: “Le cellule staminali limbari possono essere prelevate da un occhio indenne ed innestate nell’occhio malato, dopo aver asportato il tessuto danneggiato, oppure prelevate in piccola quantità ed inviate presso laboratori specializzati per la loro coltivazione e successivamente trapiantate secondo una tecnica orma già ampiamente sperimentata. In tal modo si possono curare malattie della cornea secondarie ad ustioni da calce o a qualunque evento traumatico alteri la superficie dell’occhio. E’ la nuova sfida che dobbiamo affrontare negli anni futuri per risolvere patologie dell’occhio prima considerate incurabili”.