A 60 anni, rimasta vedova, diventa suora di clausura

4 Giugno 2010 1 Di redazione

Un sogno coltivato per una vita e realizzato nonostante il destino e il volere contrario della famiglia. Diventare suora è stata, per una donna di Palena (Ch), non solo un’ambizione ma quasi una necessità che si è concretizzata solamente dopo la scomparsa del marito con cui aveva condiviso l’esistenza per 30 anni. La donna è una 60enne che ha vissuto la sua vita a Palena, un piccolo ma grazioso comune a mille metri d’altezza adagiato sulle montagne abruzzesi in provincia di Chieti.
Nonostante il matrimonio, i figli non sono arrivati e per questo la coppia ne ha adottati due. “Non posso dire di essere stata infelice ma il sogno di dedicare la mia vita al Signore l’ho coltivato fin da quando ero giovanissima”. La donna parla da dietro la grata del monastero di San Benedetto a Cassino in provincia di Frosinone dove è stata accolta da circa un anno dalle suore di clausura. Le rigide regole dell’ordine religioso non permettono altro che un incontro separato da una massiccia grata di ferro alla presenza della madre badessa. Regole inflessibili di una vita dedicata solo alla preghiera. “È tutto quello che ho sempre chiesto ma, da giovane, la mia famiglia: mio padre prima, mia madre e mio marito dopo, mi hanno sempre impedito di ascoltare la vocazione”.
La donna, quindi, ha prima lavorato con i genitori nell’azienda di famiglia, un negozio di tessuti a Palena e, poi, sempre consigliata dai genitori, si è sposata ed è stata moglie fedele e rispettosa del matrimonio fino a completare la famiglia con l’adozione di due fratellini orfani.
Una vita, quindi, dedicata al mantenimento dei cari senza però mai dimenticare la fede religiosa che comunque ha sempre caratterizzato la sua vita.
In paese, era nota la sua religiosità, e già la chiamavano suora. “È sempre stata rispettosa di tutto e tutti e mai nessun pettegolezzo l’ha toccata”, hanno detto di lei in paese. Alcuni anni fa, però, quando già i figli ormai cresciuti avevano preso la loro strada, al marito è stata diagnosticata una malattia incurabile che non gli avrebbe lasciato scampo. Proprio parlando del futuro con il consorte, ormai malato terminale, la donna gli aveva confidato l’intenzione di abbracciare pienamente la sua vocazione. “Nonostante il momento terribile che stavamo vivendo – ha raccontato la suora da dietro la grata – mio marito è sembrato sollevato di sapere che io avevo trovato quel coraggio che forse mi era mancato in giovinezza”. Per cui, consultandosi più volte con il sacerdote di Palena ha deciso di chiedere di poter iniziare il viatico per arrivare finalmente a quello che lei dice essere la sua ragione di vita: entrare in un convento e servire Dio.
Il sacerdote l’ha, quindi, indirizzata verso il monastero delle suore di clausura di San Benedetto a Cassino. La donna, dopo aver vissuto una vita “normale”, con tutto ciò che la caratterizza, dopo essere stata moglie e madre, anche se di figli adottivi, a 60 anni, quando ha potuto decidere senza condizionamenti, ha scelto le ristrettezze di una vita monacale e anche delle più dure. Oggi, guardandole il volto, la donna è l’espressione più evidente della serenità dato che, evidentemente, ha potuto seguire la spinta della sua vocazione.
Ermanno Amedei
ermadei@libero.it