Festeggiata la Campagna, di scena la mietitura e la trebbiatura

9 Agosto 2010 0 Di redazione

La domenica, in località Folcara, è iniziata di buon mattino: contadini esperti e giovani volenterosi di conoscere le loro radici e “provare” a rifare gli antichi mestieri della mietitura e della trebbiatura con le stesse tecniche adoperate dai loro nonni quando non c’erano i mezzi meccanici, si sono ritrovati in occasione della “Festa di campagna” indetta dall’associazione culturale “Terra nostra”.
E proprio il presidente dell’associazione, Giuseppe Sebastianelli, e il segretario Giovanni Valente hanno seguito da vicino la rievocazione delle due attività principali della vita di campagna; il secondo ha addirittura voluto mettersi personalmente alla guida della falciatrice e compiere il giro del campo da mietere. Tutto intorno, era possibile assistere ai sentimenti della fatica e dell’allegria corale che solo l’agricoltura sa regalare: uomini impegnati con il falcetto, ragazzi muniti dei più moderni trattori, quelli con l’aria condizionata e la radio incorporata, poi l’odore di erba appena tagliata ha invaso l’atmosfera, all’improvviso la falciatrice si è spenta, è saltato un collegamento, è l’imprevisto cui la gente di campagna è abituata da sempre, qualche minuto, i contadini sono diventati anche meccanici di se stessi, e si ricomincia a lavorare, finché sul terreno non rimangono che le stoppie, segno che un altro anno è passato; i bambini, con cappelli e camicie da contadini e sottane da piccole pacchiane, hanno aiutato le ragazze più grandi, le mamme e le nonne a distribuire agli uomini stanchi sorsate d’acqua fresca da otri e coppe di terracotta e del buon vino rigorosamente prodotto dai vigneti locali e imbottigliato secondo le antiche regole che ne garantiscono la genuinità. Sullo sfondo l’abbazia di Montecassino, stagliata contro il cielo turchino, quasi a ricordare che la città di Cassino è tutto questo: le sue tradizioni agricole, l’incontro, fondamentale, con San Benedetto, la vocazione alla modernità e alla trasmissione dei valori civili europei. .
Dopo il lavoro, la colazione a campo: seppure povere e frutto di stanchezza, sulle tavole dei contadini non è mai mancato nulla, così anche ieri mattina, a Folcara, si è voluta riprodurre una tavola simile a quelle che venivano imbandite dopo le giornate di lavoro nei campi, per le quali intervenivano magari “compari” e vicini cui il padrone di casa avrebbe ricambiato il favore dopo qualche giorno (è la cosiddetta “scagn’opera”, lo scambio di giornate di lavoro che facevano risparmiare denaro e favorivano i rapporti umani). Le signore della zona hanno perciò preparato profumato pane fresco, frittate per tutti i gusti, melanzane, peperoni, pomodori, frittelle, patate, olive, formaggi e salsicce. .
Dopo la trebbiatura di quanto è stato mietuto la mattina, la “Festa di Campagna” è proseguita fino a tarda sera con la degustazione dei piatti tipici del luogo e uno spettacolo musicale che ha intrattenuto le centinaia di persone intervenute in via Folcara.