Torna il dibattito su slot machine sì o no, ma è lo Stato a trarre lauti introiti

8 Maggio 2013 0 Di Felice Pensabene

Sempre più diffuse le slot machine da bar dilagano, attirano clienti e ingrossano gli incassi. Ma degradano il locale e soprattutto diffondono la dipendenza da gioco d’azzardo. C’è chi vorrebbe eliminarle o almeno limitarle e chi, forse più cinicamente, propone di sfruttarle a vantaggio delle casse dello Stato. Arrivando a sostenere che potrebbero salvarci dall’Imu. L’Italia è al quarto posto al mondo per la spesa  nel gioco d’azzardo. Quello delle slot machine è un business  esploso in tempi di contrazione generalizzata dei consumi. In un periodo di crescita zero o sottozero, “la massa di denaro puntata dagli italiani per mezzo dei vari giochi organizzati dallo Stato biscazziere ha continuato nel 2012 ad aumentare inesorabile. Dai 79,8 miliardi di euro del 2011 a 87,1 dell’ultimo anno. Un incremento del 9,2%”.   Sono circa 800mila gli italiani che hanno una dipendenza da gioco e il nostro paese è al 4° posto nel mondo per la spesa nei giochi legali contribuendo al 6% ai 321 miliardi di euro giocati a livello globale (dopo Usa, Cina e Giappone). Davanti a queste cifre le strategie di intervento sono diverse.  C’è chi vuole correre ai ripari e chi pensa di mungere la mucca delle macchinette, da un lato si  pensa di coprire i mancati incassi di una presunta abolizione dell’Imu sulla prima casa aumentando le accise sulle slot, la cosiddetta “tassa sul vizio”. Ma sono in molti a ritenere che lo scambio non funzioni. Ma  c’è anche chi  usa l’Imu per combattere le slot. E’ il caso del comune di Crema che ha deciso di usare l’imposta per disincentivare il gioco d’azzardo, applicando l’aliquota massima dell’1,06% (anziché l’attuale 0,9%) ai locali che hanno le macchinette. Infine per chi, invece, vuole stare alla larga dalle slot ritenute portatrici di squallore e degrado ha oggi a disposizione un sito internet apposito: si chiama proprio senzaslot.it e consente di cercare i bar della propria zona privi delle infernali macchinette.Vedremo come andrà a finire, anche se prevale lo scetticismo sulla reale volontà di toccare interessi che muovono milioni di euro ogni anno e di cui lo Stato ci guadagna…e non poco!