Il parco dell’ex Campo Boario torna a nuova vita, ma non mancano i problemi

11 Novembre 2013 0 Di Felice Pensabene

Il Campo Boario di Cassino torna a nuova vita: già da tempo sono iniziati i lavori per la realizzazione di un parco cittadino, ma sorgono i primi problemi. Venerdì 8 ho partecipato ad un sopralluogo della Soprintendenza archeologica e dei tecnici del Comune per esaminare un basolato – meglio dire un lastricato – in pietra calcarea emerso dal terriccio in un lato dell’area in ristrutturazione. Poi si è capito che si trattava della pavimentazione originaria della struttura costruita verso il 1954 per le fiere boarie; del resto ho chiarito, durante l’ispezione, che la zona all’origine era solo aperta campagna senza alcuna memoria di utilizzo diverso di interesse archeologico.

Intanto sono state riportate alla luce le pietre della distrutta torre campanaria, che erano ammucchiate – così come avevo in precedenza segnalato all’assessore ing. Antimo Pietroluongo – sotto un ammasso di terra e sabbia per l’edilizia depositate lì da anni. Le pietre non sono tutte quelle numerate e rimosse in occasione dello smantellamento della torre nel 1967, essendo state in buona parte trafugate, tuttavia sono un bel numero, il che consente di pensare ad un loro riutilizzo per lasciare ai posteri una traccia di visibile memoria del glorioso campanile di origine medioevale.

In una conversazione con l’assessore Pietroluongo è emersa la possibilità di ricomporne quanto più possibile il piano di base, magari completato con accorgimenti architettonici sì da dare l’idea di cosa fosse all’origine. Ma vi sono due problemi: la nuova collocazione, che, secondo me, per ragioni pratiche potrebbe essere quella dell’attuale ritrovamento, il nuovo parco dell’ex campo boario; e, tanto per cambiare, la copertura economica dell’intervento: sarà necessario, probabilmente, ricorrere a finanziamenti privati, ammesso che se ne trovino; tuttavia ho proposto di inserirne il progetto nel programma delle celebrazioni del 70° anniversario della distruzione, il cui comitato potrebbe farne il fiore all’occhiello realizzando qualcosa di concreto e di duraturo, ben più importante di convegni e cerimonie varie previste.

L’assessore Antimo Pietroluongo e l’architetto Claudio Delicato, del comune, stanno seguendo da vicino la questione.

Ma, tornando ai lavori che interessano l’ex campo boario, c’è un aspetto che va esaminato con molta attenzione e che potrebbe finire per suscitare reazioni nell’opinione pubblica. Il progetto, che l’attuale amministrazione comunale ha solo ereditato, prevede l’abbattimento di gran parte del muro di recinzione per rendere l’area – così si è detto – ben visibile al resto della città. Ora, mi chiedo, a chi è venuta la brillante idea di disfarsi di un manufatto di pregevole fattura qual è quel muro di recinzione, costruito con pietra viva a facciavista e cadenzato da pilastri in mattoni, di quelli, cioè, che oggi non si fanno più? Quell’opera fa parte ormai della fisionomia della nuova città, è una traccia visibile dei primi anni della ricostruzione, è memoria stessa della ricostruzione. La smania di disfarsi di tutto ciò che proviene dal passato non si esaurisce mai a Cassino? La torre campanaria, il basolato di viale Dante, la chiesa del Carmine, i ruderi della vecchia Cassino spazzati via da una inutile strada qual è la cosiddetta panoramica, e così via, sono tutti stati vittima di quella smania. Ma poi ho saputo che l’autore del progetto non è di Cassino, e questo spiega tutto; ma ciò non esime da responsabilità chi a suo tempo lo ha approvato.

Inoltre, vorrei aggiungere, oggi si abbatte gran parte di quel recinto, poi magari, una volta ultimato il parco, si presenterà la necessità di recingerlo di nuovo per ragioni di sicurezza e di sorveglianza notturna. Non scherziamo!

Chi oggi esegue quei lavori ha le mani legate dal progetto originario, ma niente vieta di rivederlo in corso d’opera per evidenti ragioni di opportunità e convenienza.

Infine ancora un’osservazione; all’esterno del campo boario, lato via Cimarosa, sorgono i resti della vecchia pesa pubblica, un manufatto ormai di importanza storica, visto che il suo funzionamento è tutto meccanico, mentre i nuovi sono elettronici. Si è pensato bene di preservarlo. Ma per fare questo si stanno racchiudendo gli spazi laterali, che sono cospicui, con marciapiede a filo dell’attuale strada. Non sarebbe stato il caso di creare in quegli spazi delle aree di parcheggio per i fruitori del futuro parco pubblico, salvaguardando, ovviamente la pesa pubblica?

Non sono un tecnico ma un cittadino che si pone, e pone, della domande.

                                                                                                                                                                                                                        Emilio Pistilli

 

Ingresso Campo Boario Le pietre recuperate della torre campanaria Muro di recinzione da abbattere