Terrorismo, la sporca guerra “Made in France”

Terrorismo, la sporca guerra “Made in France”

22 Novembre 2015 0 Di redazione

Dall’Italia – Il 18 settembre del 2008 un commando formato da 5 italiani armati di kalashnikov assalta un bar a Castelvolturno. Sparando all’ impazzata sugli avventori del locale, trucida 6 africani e ne ferisce una decina. Al momento non risulta che né Nigeria né Ghana abbiano dichiarato guerra all’ Italia.

Nel 1973 e nel 1985, gruppi di terroristi palestinesi piombarono all’ aeroporto di Fiumicino ed uccisero 37 persone nel primo attacco e 13 nel secondo. Sempre nel 1985 un altro gruppo terroristico palestinese sequestrò la nave italiana Achille Lauro ed un passeggero fu ucciso. Non risulta che l’ Italia dichiarò guerra alla Palestina.

La Germania non dichiarò guerra alla Palestina dopo la strage all’ Olimpiade di Monaco 1972.

La Francia non ha dichiarato guerra all’ Algeria dopo i numerosi attentati dinamitardi ad opera di gruppi fondamentalisti algerini che sconvolsero Parigi negli anni 70 e 80 e neanche dopo il dirottamento dell’ aereo Air France nel 1994.

Invece, dopo i recenti attentati a Parigi, il presidente francese Hollande non ha atteso un minuto in più per dichiarare lo stato di guerra e coinvolgere tutta l’Europa in questa condizione che risulta, ad un’attenta analisi, piuttosto grottesca.

Innanzitutto bisogna premettere che, nel mondo, la lobby dei produttori e trafficanti di armi è la più potente organizzazione mai esistita. Muove ogni anno 1.800 miliardi di dollari.

I presidenti francesi Mitterand e Chirac furono coinvolti a vario titolo in scandali che riguardavano la vendita di armi francesi a paesi africani. Milioni di dollari, arresti e morti.

Sarkozy invece pensò bene di assaltare improvvisamente la Libia senza aspettare nessuno. C’erano da mettere in vetrina i nuovissimi caccia Rafale, vanto della produzione aeronautica francese. Infatti, poco dopo, ne furono venduti 36 all’ india, 24 all’ Egitto più altre decine sparsi qua e là.

Hollande sta già bombardando da mesi paesi sovrani come Siria e Iraq con un enorme impiego di missili e mezzi. La portaerei francese De Gaulle è al largo della Siria e non naviga gratis. Potremmo dire che la Francia sta facendo ciò che fece Bush, quando spese miliardi di dollari nell’ invasione dell’ Iraq mentre tutti sapevano che Bin Laden era invece in Pakistan. Miliardi spesi, migliaia di morti e le armi chimiche di Saddam non furono neanche trovate. Ma qualcuno aveva comunque fatto affari d’oro.

Allora adesso si fa la guerra all’ Isis. Si bombarda in Siria mentre migliaia di seguaci dell’ Isis sono probabilmente già tra noi.

Questo perché la Francia per anni in Europa è stata la paladina nella difesa dell’ immigrazione in nome dell’ integrazione a tutti i costi. Adesso invece pattuglia il Mediterraneo, carica i clandestini sulle sue navi, li sbarca in Italia e poi chiude la frontiera a Ventimiglia.

Questo perché la Francia ha bombardato Gheddafi, che bene o male ci aiutava nel tenere a bada le coste libiche.

Questo perché la Francia sta bombardando la Siria causando anche l’esodo biblico di questi mesi.

Guarda caso però i fondamentalisti islamici non hanno mai ammazzato un solo politico in 40 anni di storia. Solo centinaia di persone comuni, sedute al bar o a teatro. I servizi segreti francesi hanno fatto la figura dei “fessi” almeno un paio di volte quest’ anno. E dire che erano pure stati avvertiti dai colleghi iracheni.

Hollande, dichiarando lo stato di guerra, ha aggiunto subito che tutte le spese per la sicurezza potranno sforare il patto di stabilità. La cifra sarà ovviamente segreta.

Hollande è uno che, dopo essere stato eletto presidente, andò a trovare l’ amante girando per Parigi in motorino a volto scoperto. Ha negato fino a quando la moglie non lo mise spalle al muro con le foto fornite dai paparazzi. Possibile che in tutti questi anni i francesi non abbiano trovato una persona più intelligente per farsi guidare.

A proposito. Lo stato di guerra presuppone l’ applicazione della legge marziale. E per i traditori c’è ancora la fucilazione.

di Max Latempa